«I ragazzi ascolani meritano di più. Dalle dichiarazioni del commissario alla Ricostruzione Guido Castelli, si realizzerà una “scuola basket”, cioè un contenitore di servizio per consentire a circa 400 studenti delle nostre scuole cittadine di continuare a frequentare le lezioni durante la ristrutturazione sismica delle loro scuole. Un investimento di circa 4 milioni di euro presentato come fulgido esempio di sinergie dovute alla continuità politica e amministrativa nelle istituzioni di ogni livello».
Inizia così l’attacco di Emidio Nardini, candidato sindaco per il centrosinistra nella tornata elettorale che vedrà gli ascolani alle urne l’8 e 9 giugno, cioè fra due mesi esatti.
«Si parla di avanzamenti importanti, di un gran lavoro di squadra con il sindaco Fioravanti. Tutto bene, se non fosse per il fatto che, come al solito, Ascoli sembra essere il solito mondo alla rovescia. Infatti – prosegue Nardini – sono trascorsi quasi otto anni dal sisma del 2016. Otto anni in cui i 30 milioni di euro a disposizione per la ricostruzione delle scuole sono rimasti quasi completamente inutilizzati con alunni e docenti che hanno continuato ogni giorno a varcare la soglia di edifici non sicuri rischiando la loro incolumità e invocando Sant’Emidio che li protegga visto che il sindaco faceva chiaramente altro. Inaugurava casette dell’acqua, marciapiedi e piste ciclabili, usando i preziosi fondi del Pnrr per l’ordinaria amministrazione. Continui cronoprogrammi sistematicamente disattesi, alternati a lunghi periodi di silenzio, fatta salva la recentissima e fittissima serie di proclami elettorali riguardanti iniziative e straordinari obiettivi raggiunti in qualunque campo».
Nardini è un fiume in piena e non si ferma: «Nel frattempo dirigenti scolastici, insegnanti, genitori e comitati di genitori, giustamente preoccupati, continuano a chiedere spiegazioni e fare proposte. Malaspina, Cagnucci, Tofare e Cantalamessa sono plessi forse così compromessi da dover essere abbattuti e ricostruiti, e ci sono anche notizie di presenza di amianto. Nonostante questo, nei consuntivi finali sugli “obiettivi prefissati” dal Comune per le scuole leggiamo la parola “raggiunti”. La solita storia di sempre: celebrare l’inizio di un percorso con proclami da costante campagna elettorale – conclude il candidato sindaco – quando appunto è solo un inizio che poi non avrà conclusione. Il solito racconto di una città che non c’è, tra mostre improbabili, un ballo in piazza e una sagra di paese. Gli ascolani meritano di meglio di un giullare di corte. Meritano chi li ascolti veramente e costruisca con loro, e per loro, un futuro fatto di cose concrete».
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