Maria Nerina Galiè
Un altro grave episodio è accaduto ieri sera, giovedì 11 aprile, intorno alle ore 20,30 nel carcere ascolano di Marino del Tronto. Un detenuto italiano ha tentato di togliersi la vita impiccandosi nell’infermeria del reparto “Osservandi”.
Solo il tempestivo intervento degli agenti della Polizia Penitenziaria ha scongiurato il peggio, salvandogli la vita.
Resta però il fatto che la tensione, nella casa circondariale ascolana, è alle stelle per la pressione continua alla quale è sottoposto il personale.
Soprattutto nel reparto “Articolazione per la tutela della salute mentale” (Atsm), in merito al quale più volte, sia dal personale sanitario che di sorveglianza, si sono levate proteste.
Una situazione sempre più difficile da gestire sia per la carenza di organico che per la complessità del servizio.
Ancora nell’Atsm, un altro detenuto ha comportamenti “particolari”: è solito sputare agli agenti, che possono soltanto denunciare fatti come questo, continuando a lavorare con dedizione e attenzione. La prova? Un attimo di distrazione e il detenuto che ha tentato di impiccarsi non avrebbe avuto scampo.
Non per questo, però, possono accettare che le loro segnalazioni cadano perennemente nel vuoto, sottovalutate – se non peggio – soprattutto da parte di superiori, come riferisce qualcuno.
Malcontento, delusione, preoccupazione non intaccano comunque il senso del dovere degli agenti. Tuttavia, se non ascoltati nelle loro rimostranze, portando fatti e denunciando alle varie autorità la “pesantezza” di alcune “prove” a cui sono quotidianamente sottoposti, probabilmente avvieranno manifestazioni di protesta.
Due agenti della Polizia Penitenziaria aggrediti da un detenuto nel carcere di Marino del Tronto
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