Nel Piceno, in particolare alla zona industriale di Ascoli, il 98% dei lavoratori utilizza l’automobile per arrivare ogni giorno nel posto di lavoro. Ma un terzo degli interpellati sarebbe interessato all’introduzione di un servizio di Trasporto pubblico locale “a chiamata” (il 20% sarebbe poco interessato e il restante 50% non sarebbe interessato).
E’ emerso da un’indagine condotta dalla Cisl di Ascoli che ha intenzione, nel 2024, di mettere la mobilità sostenibile al centro del proprio coordinamento di area sindacale territoriale: «Riuscire a coinvolgere i lavoratori che hanno manifestato interesse al Tpl “a chiamata” rappresenterebbe un passo in avanti importantissimo per un servizio che attualmente serve meno dell’1% di loro», spiega Maria Teresa Ferretti, responsabile Area Sindacale della Cisl di Ascoli, dopo un incontro che ha visto la partecipazione di Marco Ferracuti, segretario generale Cisl Marche, e di Claudia Marconi, ingegnere del Servizio Urbanistica del Comune di Ascoli.
«Ovviamente – aggiunge la Ferretti – sarà necessaria una riorganizzazione per garantire collegamenti diretti e una gestione migliore degli orari e dei tempi di percorrenza, prerogative di cui i lavoratori non possono fare a meno.
L’idea della mobilità sostenibile, infatti, è strettamente legata al trasporto pubblico locale.
Il 2026 sarà un anno fondamentale per il Tpl delle Marche. Scadrà infatti l’attuale regime di proroga e sarà necessario procedere a un affidamento diretto del servizio o alla predisposizione di un bando di gara.
È un’occasione da non perdere per riformare il settore, in ragione dell’innovazione tecnologica e dell’innovazione digitale, e renderlo un’alternativa efficace all’automobile, a beneficio dell’intera collettività, dal punto di vista economico, di sicurezza e di tutela dell’ambiente».
I dati Istat 2023 forniscono un quadro che evidenzia il primato indiscusso dell’utilizzo dell’automobile per gli spostamenti casa-lavoro. Nelle Marche il 79% dei lavoratori raggiunge il proprio posto di lavoro in auto come conducente e il 4,5% come passeggero. La rimanente percentuale, comunque residuale, viene coperta in larga parte dagli spostamenti a piedi con l’11%.
I dati sugli spostamenti casa-scuola evidenziano, invece, un maggiore ricorso al trasporto pubblico con percentuali sicuramente più incoraggianti, anche se oltre il 45% degli studenti comunque raggiunge l’istituto scolastico in auto come passeggero (39%) o come conducente (8%).
m.n.g.
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