di Marco Braccetti
«Davanti a certe cose c’è solo da rabbrividire». E’ davvero tranchant il commento del presidente del Circolo dei Sambenedettesi, Gino Troli, davanti alle condizioni in cui versa il patrimonio artistico pubblico, incastonato nel cuore della città. L’ex assessore fa un esempio su tutti. Un esempio particolarmente doloroso, poiché riguarda un’opera pensata per i disabili.
Un intento solo teorico. Sì, poiché parliamo della miniatura tattile della statua di Kostabi, collocata lungo Viale Moretti. La statuina (inserita in un percorso inclusivo, dedicato alla fruizione dell’arte da parte delle persone con gravi problemi di vista) venne rubata nel 2019 e mai ritrovata. Ormai due anni fa – anche a seguito di proteste da parte dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uici) – l’Amministrazione comunale si prese l’impegno di realizzare ed installarne una nuova, ma di questo iter non s’è saputo più nulla.
Ma c’è un altro iter che sta molto a cuore agli attivisti del Circolo dei Sambenedettesi. Riguarda un altro monumento, ossia quello con la prua della “Genevieve”, collocato verso la foce dell’Albula e dedicato all’epopea della pesca oceanica: periodo di massimo sviluppo del comparto ittico sambenedettese. Qual è il problema? I nomi delle barche protagoniste di quegli anni d’oro appaiono solo dal tramonto all’alba, impressi per poche ore grazie ad un proiettore luminoso.
«E’ inammissibile che il ricordo di un’epoca così importante per la nostra città sia visibile solo di notte. Quei nomi devono essere stampati permanentemente» scandisce ancora Troli che schiera il Circolo dei Sambenedettesi al fianco di alcuni vecchi “lupi di mare”, impegnati in questa battaglia. Tempo fa, in municipio sono state protocollate circa 200 firme di ex marittimi e loro familiari che chiedono d’imprimere definitivamente tutti i nomi delle storiche imbarcazioni oceaniche su quel monumento.
Non ci sono stati riscontri, ma una delegazione di ex pescatori vuole tornare alla carica e si prepara a chiedere un incontro al sindaco Spazzafumo, portando con sé anche una documentazione tecnica che illustra la fattibilità dell’operazione. Poi, come se non bastasse, qualche mano anonima ha pure sottratto le targhe illustrative che spiegavano il perché di quel monumento e, anche in tal caso, Circolo dei Sambenedettesi ed ex pescatori aspettano un colpo di reni da parte dell’amministrazione comunale.
Ma, purtroppo, in giro per il centro-città ci sono molte altre opere che dovrebbero essere sistemate. Tipo “Ubu”: statua di Enrico Baj. L’installazione, nel corso del tempo, è stata depredata di alcune pietre ornamentali. Inoltre i patiti della vernice spray si sono accaniti anche contro il suo basamento, sporcandolo senza particolari remore. Servirebbe pianificare un intervento di recupero a cui, però, nessuno degli addetti ai lavori s’è finora interessato.
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