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Caos cambio del medico, Ameli (Pd): «Accade perché ad Ascoli siamo ancora alla preistoria»

IL SEGRETARIO provinciale dei dem, alla luce di numerose segnalazioni da parte di utenti del capoluogo piceno,  solleva la questione della mancata attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, già realtà in altre Ast: «Si potrebbe collegare al portale, accedere con Spid (o similari) ed in tempo reale fare la scelta»
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Francesco Ameli

 

di Maria Nerina Galiè

Il cambio del medico di famiglia ad Ascoli si sta rivelando un’odissea per tanti cittadini, costretti ad ore di fila allo sportello dell’Anagrafe assistiti dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli e di quello aggiuntivo, aperto in via straordinaria fino al 7 maggio, all’ex Gil. Problemi anche per gli utenti che mandano la mail: in diversi affermano che il messaggio è tornato indietro con la dicitura “posta del destinatario piena”, o di pesanti ritardi nella risposta, indicata in 7, 8 giorni lavorativi. Comunque tanti, vista la scarsità della scelta, poiché nel frattempo il professionista opzionato potrebbe essere stato occupato da altri.

Gli operatori non sono abbastanza per gli sportelli, tanto meno lo sono per processare le domande online. La coperta è sempre la stessa.

In questi giorni si sono accavallate diverse situazioni: 5, dei 13 medici che andranno in pensione nel 2024, hanno già lasciato l’incarico. Due, tra cui il compianto dottor Piero Manardi, avevano ambulatorio ad Ascoli città.  Per di più ci sono state due festività vicine, il 25 Aprile ed oggi, Primo Maggio, con relativi ponti: il 26 aprile era aperto solo lo sportello del “Mazzoni” e con un solo impiegato (leggi qui).

«Questo accade perché ad Ascoli siamo ancora alla preistoria. Basterebbe l’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, tramite il quale ci si potrebbe collegare al portale, accedere con Spid (o similari) ed in tempo reale fare la scelta del nuovo medico di base. In tante aziende sanitarie è da tempo realtà». Così tuona Francesco Ameli, in qualità di segretario provinciale del Partito Democratico, destinatario di tante  segnalazioni di malfunzionamento del servizio di cambio medico di famiglia.

«La problematica insista in particolare nel capoluogo piceno – sottolinea Ameli – e nessuno fa nulla per attivare sistemi più snelli e all’avanguardia».

C’è anche da dire che altrove nel Piceno, Amministrazioni comunali periferiche – di località dove pure tra la fine del 2023 e l’inizio di quest’anno hanno si sono avvicendati medici di famiglia – in accordo con il Distretto Sanitario, hanno dato l’opportunità ai cittadini di consegnare nei propri uffici la domanda di cambio, debitamente compilata. E sono stati gli stessi operatori comunali a consegnarle all’Ast.

E’ stato così a Offida, a Rotella e ad Appignano. Un servizio ritenuto molto utile dagli utenti che hanno evitato di spostarsi in massa e fare la fila allo sportello ascolano.

Diciamo pure che in queste località si è trattato di un cambio tra il medico in pensione ed il suo sostituto: non c’era una scelta da fare, quindi l’accettazione della domanda non era una corsa a ostacoli (leggi qui).

 



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