Una forte preoccupazione per i riflessi che la crisi della Provincia potrebbe comportare ai lavoratori dell’ente. È quella espressa dai sindacati Cgli e Cisl, che chiedono a gran voce di non mettere in secondo piano chi, da anni e con grandi sacrifici anche economici, presta la propria competenza al servizio dell’Amministrazione sopperendo, in maniera non indifferente, alla fortissima carenza di personale.
Il paventato dissesto finanziario, le dimissioni di Loggi e tutto quanto di nefasto sta accadendo intorno a Palazzo San Filippo (leggi qui), sta dunque producendo una serie di effetti a catena.
«La Corte dei Conti ha valutato che i consistenti tagli della spesa sul personale che, in un decennio, hanno decretato una complessiva riduzione di organico pari al 57%, è stata l’unica ed incisiva azione di contenimento – spiegano Viola Rossi (Cgil) e Giorgio Cipollini (Cisl) -. Il blocco del turnover ha, tuttavia, contribuito ad irrigidire notevolmente la struttura organizzativa dell’apparato amministrativo, totalmente privato di figure dirigenziali, determinando una progressiva riduzione della capacità operativa/gestionale che ha aggravato le criticità della gestione finanziaria».
«Alla luce di ciò, in continuità con quanto da anni affermato, ribadiamo che solo tramite una seria e determinante riorganizzazione del personale, prevedendo una adeguata implementazione di risorse, l’Amministrazione provinciale potrà tornare ad essere efficiente e puntuale negli obiettivi strategici – è la conclusione -. Chiediamo dunque che si avvii quanto prima un trasparente e reale confronto portando sul tavolo sindacale tutti gli elementi utili alla stabilità economica e occupazionale dei lavoratori».
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