di Giuseppe Di Marco
Una diga foranea per risolvere il periodico insabbiamento all’imboccatura del porto: è quanto propone di realizzare Lorenzo Marinangeli, che ha fatto proprie le lamentele di alcuni operatori di settore, le cui barche hanno difficoltà a muoversi nonostante la recente opera di dragaggio.
«Considerando – dice Marinangeli – che la nostra flottiglia rappresenta ancora un’importante presenza nel nostro porto e tenendo presente che alcuni armatori e pescatori si sono lamentati, direi che bisogna programmare un’opera più duratura per la messa in sicurezza dei fondali. Il dragaggio è stato fatto da poco a fronte di una spesa pari a circa 1,2 milioni, ma penso che si tratti di un lavoro provvisorio: per rivitalizzare il nostro porto non sarebbe il caso di fare una spesa più consistente e duratura, come una diga foranea, che in altri porti è presente già da anni?»
Una scogliera di questo tipo, posizionata a un centinaio di metri dalla punta del porto, lo difenderebbe dalle mareggiate provenienti da nord-est, che portano sabbia nei fondali. Materiali che oltretutto «entrano ed intasano la zona nel suo complesso, non solo all’imbocco – continua Marinangeli – con le onde che oggi si infrangono sulla scogliera di protezione e, rimbalzando, generano una contro-onda che inficia la stabilità delle imbarcazioni che si trovano nelle vicinanze».
Questo intervento, quindi, potrebbe essere inserito in un programma di più ampio respiro, come la realizzazione del terzo braccio. Bisogna rammentare, infatti, che il potenziamento dell’infrastruttura portuale e il miglioramento dell’accessibilità marittima sono stati inseriti fra gli obiettivi del documento strategico redatto dall’Autorità portuale.
«La diga – conclude Marinangeli – darebbe maggiore impulso alle attività commerciali del porto, che oltretutto, con un fondale totalmente sicuro, potrebbe ospitare navi turistiche di grossa stazza».
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