Una prepartita carico di tensione, quello che precede il match tra Ascoli e Pisa. Non solo per il lato meramente sportivo. Playout o retrocessione diretta, da far tremare i polsi. E tifo che si mescola con la contestazione, a creare sensazioni opposte.
Mobilitazione popolare, al “Del Duca” saranno quasi in ottomila, e un corteo organizzato si muove in massa da Viale Rozzi allo stadio. Nella stessa zona dove, in mattinata, era apparso uno striscione dai toni poco consoni diretto verso il patron Pulcinelli.
Che ovviamente, anche a pochi minuti dall’inizio della sfida (start alle 20,30), non viene risparmiato: “Questa società non ci merita“, è il coro più tenero nei confronti di chi oggi gestisce le sorti dell’Ascoli Calcio.
Poi tutti concentrati sul campo. Nella speranza di un passo falso di Bari e/o Ternana e di una contemporanea vittoria del Picchio. Cori di incitamento e prove generali in vista di un match spartiacque, che si preannuncia infuocato. A prescindere da come andrà a finire.
Tra i tifosi presenti in questo strano prepartita, anche il sindaco Fioravanti e l’assessore allo sport Stallone.
L’esito però non è quello sperato. Vittoria per 2-1 vana, perché Bari e Ternana la spuntano contro Brescia e Feralpisalò. A fine partita i tifosi sfogano la loro rabbia lanciando di tutto verso la zona di ingresso delle squadre. Fiaccole, transenne, petardi, bottiglie direzione il piazzale davanti alla tribuna. Segno di una rabbia difficilmente arginabile anche per le forze dell’ordine.
Solo dopo un paio d’ore la situazione si assesta su binari di normalità. La gran parte della gente defluisce. La zona intorno al “Del Duca” appare come un campo di battaglia fra cassonetti, immondizia, sedie e tavolini dei bar all’aria.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati