di Federico Ameli
Nonostante la scadenza dei termini fissata per lo scorso fine settimana, a qualche giorno di distanza la polemica sulla presentazione delle liste elettorali del centrodestra non accenna certo a placarsi.
Non è certo un segreto che, a dispetto di quanto fosse lecito attendersi fino a poche settimane fa, tra i 288 candidati a sostegno di Marco Fioravanti non figurino i nomi di Valeriano Camela, Maria Stella Origlia e Francesco Viscione, esclusi eccellenti dell’imminente tornata elettorale.
Un’assenza che, alla luce degli accordi sanciti ormai 6 mesi fa, assume dei contorni difficilmente decifrabili, e che negli ultimi giorni ha attirato inevitabilmente l’attenzione di candidati e cittadini per via di un dietrofront decisamente inatteso.
A fare chiarezza e condividere per primo la propria versione dei fatti è uno dei protagonisti della vicenda, Francesco Viscione, consigliere uscente di minoranza che, dopo aver sposato la causa di Marco Fioravanti, si è trovato privo della sua casella elettorale a pochi giorni dal rush finale.
La ricostruzione di Viscione affonda le sue radici nel percorso di riconciliazione che, negli ultimi 5 anni, ha caratterizzato il centrodestra ascolano, reduce dalla forte spaccatura provocata dal duello Fioravanti-Celani alle comunali del 2019.
Sulla base di queste premesse, lo scorso 27 dicembre Viscione annunciava ufficialmente alla stampa l’intenzione di candidarsi in una delle liste di Marco Fioravanti.
«L’accordo non prevedeva l’inserimento in altre liste – ricorda Viscione – bensì la creazione di una lista moderata che aprisse al centro, composta da ex Udc e appoggiata anche da Origlia. Nel frattempo, in accordo con il sindaco, c’è stata una forte condivisione con il vicesindaco – Gianni Silvestri, ndr – per aggregare e unire il consenso anziché disperderlo».
A questo punto, però, con manifesti e santini elettorali già pronti, per Viscione iniziano i primi problemi. «Abbiamo iniziato a lavorare inserendo dei candidati credibili e forti, in accordo con il vicesindaco, coinvolgendo anche Origlia e ipotizzando, su indicazione di Silvestri, la presenza di Camela. In seconda battuta, però Silvestri si è opposto senza spiegazioni plausibili a Origlia, pur avendola già coinvolta in lista, e un “comitato di saggi” ha posto un veto sulla mia candidatura e su quella di Camela».
Secondo Viscione, le motivazioni filtrate in questi giorni – la sfiducia votata dall’allora presidente del Consiglio Camela, ormai 15 anni fa, ai danni dell’Amministrazione Celani – sarebbero in realtà pretestuose e nasconderebbero ragioni di diversa natura, anche in relazione ad alcune candidature che, pur dovendo scontare gli stessi “errori” del passato, sono state invece approvate e presentate all’ufficio elettorale.
«Sono stato esonerato e messo sotto accusa senza conoscere le reali motivazioni e senza alcun confronto – prosegue Viscione – Peraltro, l’episodio della sfiducia è stato superato dallo stesso Celani, dato che abbiamo condiviso la candidatura nel 2019. Si è trattato di un pretesto, visto che presumibilmente gli esclusi, con il loro consenso, avrebbero spezzato l’equilibrio già messo in preventivo per le liste di Fioravanti.
Poi, dopo la questione della sfiducia, è subentrato nei miei confronti anche il sospetto di voler ostacolare l’attività del sindaco in Consiglio comunale, quando invece ho sempre portato avanti il mio impegno in maniera costruttiva, seria e responsabile, nel solo interesse della città».
Chiuso ogni spiraglio nel centrodestra nonostante il tentativo di intercessione di Udc e Lega anche a livello nazionale, per Viscione è tempo di guardare avanti, non senza il rammarico di non poter continuare a offrire il consueto contributo per la città.
«Il mio percorso proseguirà – conferma – dato che oggi si può fare politica anche al di fuori delle istituzioni. La libertà personale, i valori miei e delle persone che mi hanno sostenuto non sono in vendita. Non ho mai chiesto alcun ruolo, volevo solo di esercitare il mio diritto di candidarmi in una lista.
Questo non è un modo di fare politica che appartiene a me o a questa città. In politica si è autorevoli se si ha una sola parola e la si mantiene, a differenza di quanto avvenuto con il sindaco, che probabilmente è stato condizionato da altre persone dopo avermi cercato insistentemente.
In questi giorni ho ricevuto la solidarietà di molti candidati di centrosinistra, ma soprattutto di centrodestra, anche all’interno della lista del sindaco, e di moltissimi cittadini sbigottiti da questo comportamento inaccettabile.
Mi auguro che i giovani che si approcciano alle elezioni – conclude – possano vivere la bellezza della politica in maniera diversa, mettendosi al servizio della città e del prossimo».
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