di Peppe Ercoli
«E’ stato un grave atto vandalico che ha procurato danni ad opere importanti presenti nella chiesa». Parole di don Elio Nevigari, incaricato della Diocesi di Ascoli per i beni culturali, pronunciate dopo il sopralluogo effettuato insieme al parroco don Beniamino Ricciotti presso la chiesa di Sant’Angelo Magno alla Piazzarola oggetto di una devastazione molto significativa (leggi qui).
All’interno del luogo di culto, chiuso a causa dei danni del terremoto del 2016 e in attesa di lavori di restauro già finanziati, ignoti hanno danneggiato ciò che era ancora presente. L’intrusione è stata scoperta ieri sera, ma potrebbe essere avvenuta nei giorni precedenti ed a commetterla sono state certamente più persone visto che una sola non avrebbe potuto scoperchiare, come invece accaduto, alcune tombe presenti in chiesa rimuovendo le pesantissime lastre di pietra.
Gli autori del vandalismo si sono accaniti su candelabri, un crocifisso, una statua, i paramenti sacri e un organo del Seicento, distruggendo tutto e spargendo i pezzi sul pavimento. La Curia vescovile ha classificato l’episodio come un mero atto vandalico, non vuole si parli di atto blasfemo.
Le opere più importanti della chiesa erano state trasferite al Forte Malatesta dopo il sisma per essere messe al sicuro, come avvenuto per altre chiese della Diocesi danneggiate dal terremoto. «Anche quello che era rimasto aveva un importante valore, in particolare la statua del Paci e l’organo che era stato restaurato alcuni anni fa», spiega ancora don Elio Nevigari.
Per tutta la giornata, gli agenti della Questura di Ascoli hanno condotto accertamenti scientifici e hanno avviato le indagini per identificare gli autori degli atti vandalici.
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