«Bisogna restaurarla in fretta e utilizzarla». Questo l’auspicio espresso dal professor Stefano Papetti, dopo aver visto lo scempio compiuto dai vandali alla chiesa di Sant’Angelo Magno di Ascoli. A tal proposito, due settimane fa la Conferenza Stato-Regioni ha approvato un finanziamento di 2 milioni di euro per il recupero della chiesa. Lo stanziamento sarà inserito in un decreto ministeriale che dovrà essere esaminato e registrato dalla Corte dei Conti. Si spera che i lavori inizino prima possibile visto lo stato di abbandono in cui versa tutto il complesso, non solo la chiesa.
«Le opere più importanti non sono più a Sant’Angelo Magno, essendo state messe in sicurezza dopo il terremoto del 2016, quando la chiesa è stata chiusa in attesa dei lavori di restauro. I fondi sono stati stanziati dal ministero – prosegue il conservatore delle collezioni comunali di Ascoli, direttore della Pinacoteca Civica, della Galleria Civica di Arte Contemporanea Licini e del Museo dell’Arte Ceramica, – e quindi credo che i lavori di ristrutturazione potranno iniziare presto. Potevano portare via delle cose, ma non l’hanno fatto; si è trattato di puro vandalismo».
«Questi luoghi, dal terremoto del 2016, non sono più vissuti, il parroco non abita più lì, è tutto inagibile. Pian piano qualcuno deve essersi accorto della relativa facilità di fare delle effrazioni» ha spiegato don Elio Nevigari incaricato della cura dei Beni Culturali della Diocesi di Ascoli. «In passato hanno devastato i locali del sestiere della Piazzarola e poi si sono accorti che dal piano di sopra, attraverso una porta di ferro, si poteva accedere alla soffitta della chiesa, quindi scendere all’organo e poi in chiesa. Un mese fa ha suonato l’allarme e i malintenzionati sono dovuti fuggire; stavolta no, quindi hanno potuto agire indisturbati».
Vandali nella chiesa di Sant’Angelo Magno: indagini in corso
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