«Ascoli è una città che sta morendo. Per questo vogliamo tornare a governarla, tutti insieme».
E’ stato veemente il discorso che il candidato sindaco di Ascoli del centrosinistra Emidio Nardini ha pronunciato al Chiostro di san Francesco in occasione della visita di Elly Schlein e dei candidati alle elezioni europee.
«Dobbiamo ripartire facendo tutti politica e non, quindi con una politica che viene dall’alto. E’ questo il senso del mio slogan ‘non io ma noi’, punto fermo per la mia candidatura. Ho una certa età – ha detto Nardini – non ho niente da perdere e non ho velleità per me: ho accettato di candidarmi solo a patto che ci saremmo messi insieme e lo abbiamo fatto con il Partito Democratico, i Cinque Stelle, due liste civiche, Ascoli e Partecipazione, Ascoli Bene Comune che raccoglie Sinistra Italiana, i Verdi, Dipende da noi. Ripartiamo dal basso senza avere paura della politica: questa è la differenza fra politica e potere».
Non è mancata una critica alla gestione del centrosinistra degli ultimi anni. «Se ad Ascoli c’è questo strapotere è perché non abbiamo fatto politica nel senso giusto, perché non abbiamo permesso ai cittadini di partecipare, di iscriversi, di dire quello che è meglio per loro per i loro figli e dei nipoti. Questa storia deve finire e – ha promesso Nardini – con noi finisce».
Il quadro che ha dipinto sul momento storico che vive Ascoli è a tinte scure.
«Da 25 anni abbiamo un’oppressione continua, una cappa da cui sembra impossibile uscire. Una città in povertà dove il 10 per cento degli ascolani è in una posizione di povertà e molti mangiano alla mensa della Zarepta. Non c’è un progetto culturale, non c’è un progetto per il lavoro eppure le risorse sarebbero tante visto che abbiamo una città così bella».
L’obiettivo dichiarato da Nardini è vincere le elezioni. «Noi non vogliamo fare presenza ma andare a governare. Fino all’8 maggio Ascoli era tappezzata di manifesti, di volti più o meno noti di tutti i candidati del centro destra e noi eravamo veramente scarsamente rappresentati. Questo – ha aggiunto – perché noi 400/500mila euro non ce li abbiamo avuti, ma abbiamo fatto la campagna con la colletta fra le persone. Loro hanno 12.000 voti, ma sono sempre quelli, fidelizzati; per questo non vogliono che si faccia cultura perché sennò cadrebbe questa fede strana ‘dell’uomo solo al comando’: noi proponiamo invece l’inverso. Per questo chiedo a tutti di andare a votare».
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