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La Caritas e i vescovi Bresciani e Palmieri lanciano un appello per l’Europa solidale: “Andiamo a votare”

UNA LETTERA a candidati e cittadini in vista del voto europeo dell'8 e 9 giugno, con un appello dei due alti prelati: «La mobilità umana non ha confini», il Continente lavori per la Pace, e si chiede anche un reddito minimo
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Giorgio Rocchi, Carlo Bresciani, Fernando Palestini, Gianpiero Palmieri, Marco D’Aurizio

di Pier Paolo Flammini

 

Una lettera aperta da parte della Delegazione Caritas delle Marche ai candidati della circoscrizione dell’Italia centrale in previsione delle elezioni dell’8 e 9 giugno 2024 per il rinnovo del Parlamento Europeo: è questo il tema di un incontro che si è svolto nel Santuario di San Giacomo della Marca a Monteprandone, alla presenza dei due vescovi Carlo Bresciani, della diocesi di San Benedetto, e Gianpiero Palmieri, della diocesi di Ascoli. Presenti anche Giorgio Rocchi, direttore della Caritas di Ascoli, e Fernando Palestini, vicedirettore della Caritas di San Benedetto, e infine Marco D’Aurizio, delegato Caritas Marche.

 

«Il Santuario è il luogo più adatto, perché San Giacomo fu un pacificatore per l’Europa intera – afferma Bresciani – C’è un legame indissolubile, anche se non esclusivo, tra la storia cristiana e l’Europa: chiediamo in Europa come Chiesa cattolica, e dobbiamo ai padri fondatori, tutti cristiani, 70 anni di prosperità e pace. Certo, non bastano i valori economici per fondare l’unità europea, occorrono ideali che guidino l’economia. Non possiamo vivere in un mondo globalizzato con un’Europa parcellizzata, tenendo conto che in questo momento ci sono, da una parte, gli Stati Uniti, dall’altra la Cina e poi la Russia. Dobbiamo costruire la pace a partire dall’Europa».

 

Da parte sua Monsignor Palmieri aggiunge: «Chiediamo una Europa sociale e giustizia, con diversi punti, come scritti nella lettera scritta da Matteo Maria Zuppi, cardinale presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e Mariano Crociata, arcivescovo, presidente della Comece. Chiediamo un reddito minimo in un mercato del lavoro efficace, servizi sociali di qualità, politiche migratorie che consentano la mobilità umana: per fortuna la Libia di recente è stata riconosciuta come un porto non sicuro e dunque i naufraghi non possono essere ricondotti in Libia. Eppure Confindustria ha richiesto 800 mila lavoratori in tre anni, dobbiamo garantire ingressi sicuri e necessari. Inoltre occorre prestare attenzione alla solidarietà globale con i paesi del Terzo Mondo e allo sviluppo sostenibile».

 

«La nostra idea è di abbattere i confini, non tanto quelli fisici quanto quelli che dividono gli uomini – aggiunge Marco D’Aurizio, delegato Caritas Marche – Servono politiche che mirino ad abbattere la povertà, non serve beneficienza. La mobilità umana, ad esempio, è un diritto di tutti: col passaporto italiano ci possiamo recare in 170 Stati, invece molti cittadini del mondo non possono venire in Italia. Di recente abbiamo visto molti campi profughi nella rotta balcanica, ma l’impatto più devastante è avvenuto davanti alla stazione di Trieste, dove si vive in stabili abbandonati tra i topi».

 

«Le elezioni non sono l’unico momento in cui si concreta la democrazia – afferma Giorgio RocchiSan Giacomo si occupava di fondare conventi e chiese ma anche condotte idriche affinché la popolazione accedesse a un bene primario come l’acqua. Chiediamo a San Giacomo che l’Europa sia una protagonista di pace e non erga nuovi muri».

 

Chiude Fernando Palestini: «Proprio il convegno delle Caritas Diocesane che si è svolto a Grado lo scorso aprile, e ci ha portato poi a visitare una città divisa in due, ovvero Gorizia e Nova Gorica, ci ha spinto a presentare anche come Caritas Marche la lettera chiamata “Europa: casa comune, casa di pace”. Dobbiamo superare i nazionalismi e ripensarci come luogo di incontro. Stimoliamo dunque i cittadini a votare perché è un diritto e i candidati ad agire».


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