di Pier Paolo Flammini
Brucia i tempi la Samb di Massi 2.0: è stato ufficializzato il nome del nuovo allenatore, il sambenedettese Ottavio Palladini. Di lui si parlava ormai da circa un mese come più probabile trainer della Samb per l’anno venturo, e l’ufficializzazione è arrivata appena due giorni dopo il “rompete le righe” avvenuto con la cena di giovedì scorso a cui ha partecipato squadra, dirigenza e staff tecnico (clicca qui per il nuovo assetto della Samb).
Palladini, 52 anni, è cresciuto nel vivaio della Samb a fine anni ’80 (con lui i vari Fanesi, Vecchiola, Cudini, Parlato, Saggiomo, Visi) e ha esordito tra i professionisti sempre con la Samb, con la quale vinse un campionato di C2 e una Coppa Italia di Serie C. Per lui anche una presenza con la Nazionale Under 21. Da qui il salto nel Pescara di Galeone, in Serie A, e poi una lunga carriera con gli abruzzesi (è il giocatore con più presenze nella storia biancoceleste) con un intermezzo col Vicenza. A fine carriera il suo ritorno a San Benedetto, in Serie C, con una sorta di seconda giovinezza. Catapultato come allenatore in Eccellenza, dopo un avvio di campionato stentato, Palladini vinse quel campionato e, dopo tre anni, anche la Serie D.
Tornato alla Samb, nel settore giovanile, fu indicato da Fedeli per sostituire l’allenatore Beoni, e vinse anche il campionato di D nel 2016. Successivamente ha avuto brevi esperienze da allenatore a Teramo e a Vasto, prima di Porto Sant’Elpidio, tra Eccellenza e Promozione.
«Non mi sarei aspettato di tornare sulla panchina della Samb, per me è prima di tutto una soddisfazione immensa. Ho una carica dentro difficile da spiegare, devo ringraziare la società che ha pensato a me. Ringrazio dunque il presidente Massi ed il direttore De Angelis per la fiducia, il lavoro sarà duro ma non mi spaventa perché la voglia che ho è così grande da superare tutto il resto» le prime parole del nuovo allenatore.
Sul presidente della Samb, Palladini aggiunge: «Massi è una persona che apprezzo da sempre, visto che abbiamo già avuto modo di conoscerci e parlare in passato. In lui e nei suoi uomini ho notato tanto entusiasmo, voglia di fare bene creando basi importanti. Ora sarà il campo che dovrà parlare, sicuramente dovremo essere una squadra che rispecchi la mentalità sambenedettese al 100%. Conosco bene l’obiettivo di tutti, dobbiamo provare a vincere in ogni modo possibile. Non è il pubblico che deve trascinare noi, ma noi che dobbiamo trascinare una città intera. La cosa principale dovrà essere quella di sudare sempre la maglia, mai uscire dal campo con il rimpianto di non aver dato abbastanza».
«Immagino un girone F con tante sfide sentite, sicuramente il più difficile della Serie D insieme forse solo al gruppo H. Siamo la Samb e tutti ci aspetteranno al varco, dobbiamo saperlo sin da subito senza però mettere in campo troppa frenesia. Dobbiamo arrivare al risultato con pazienza, testa e cuore, con il saper stare in campo in ogni minimo particolare. Modulo preferito? Sarà scelto in base ai giocatori che arriveranno, tutto però parte dalla gestione del gruppo che fa la differenza per vincere i campionati»..
Vero che nelle passate esperienze a San Benedetto Palladini utilizzò il 4-3-3, e le prime indiscrezioni di mercato – i nomi da sogno Banegas, che comunque L’Aquila vuole trattenere, Sbaffo, sicuramente molto richiesto, o la suggestione Kerjota – fanno pensare al 4-3-3.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati