di Giuseppe Di Marco
Si chiama “Ripensare, riciclare, ri-costruire”, il progetto della startup Centauroos adottato dalla Panichi per convertire le macerie del sisma in elementi edili, di arredo urbano e di design. Materiali frutto di una particolare stampa 3D, robotica al servizio dell’innovazione e della sostenibilità.
Il progetto è stato presentato nella sede della società ascolana in presenza dei due titolari, Stefano e Simone Panichi e dei tre architetti della Centauroos autori dell’iniziativa, ovvero Roberto Cognoli, Marco Galasso e Giovanni Marinelli. A partecipare all’incontro sono stati anche il commissario alla ricostruzione Guido Castelli, l’onorevole Giorgia Latini, il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, il presidente di Confindustria Picena Simone Ferraioli e il presidente del Bim Tronto Luigi Contisciani.
Sono stati i tre ricercatori a spiegare come il processo sia effettuato da una stampante nella quale inerti di piccole dimensioni vengono miscelati con malta cementizia, e come il materiale, in seguito, venga disposto secondo un percorso generato dal computer. La strumentazione è in grado di generare forme circolari di ogni tipo, e quindi oggetti modulari, componibili e personalizzati. Ad esempio la panchina informativa che, come ha spiegato Stefano Panichi, verrà installata in Piazza Roma, ad Ascoli.
Il progetto ha applicazioni potenzialmente infinite nell’ambito dell’arredo urbano e quindi potrebbe risultare estremamente utile nell’ambito della ricostruzione, coadiuvando le tradizionali tecniche al ripristino dei caratteristici borghi, sia per quanto riguarda la pavimentazione pubblica, sia per gli edifici privati.
«C’è chi, come i fratelli Panichi, lancia il proprio cuore oltre l’ostacolo e ci emoziona con le scoperte che di volta in volta si fanno – ha commentato Castelli – Una delle questioni di più stringente attualità è come inserire le macerie in un percorso circolare: per farlo ci vuole una cultura d’impresa che generi la giusta filiera». «Questo – ha aggiunto Latini – rappresenta un fondamentale connubio fra università e imprese del territorio. Solo finanziando la ricerca è possibile mettere a sistema le diverse realtà che compongono la società, proiettandosi nel futuro del territorio».
Grande soddisfazione anche da parte di Fioravanti, che ha rimarcato come la Panichi stia delineando «un vero e proprio modello di sviluppo in direzione della transizione ecologica». Infine, Ferraioli si è focalizzato sull’importanza dell’iniziativa anche da un punto di vista simbolico: «Il segnale – ha concluso l’imprenditore – che oggi diamo alla nuove generazioni è che persino dal dramma e dalle macerie ci può essere una rinascita».
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