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Pediatria, «l’Ast  non intende utilizzare le risorse stanziate per le prestazioni aggiuntive: scelta incomprensibile»

ASCOLI - A sollevare la questione è il dottor Andrea Piccinini, segretario regionale Cimo: «A disposizione 642.599 euro per i medici e 241.516 per il comparto, che addirittura sarebbero appena sufficienti se le attività fossero concentrate in un unico stabilimento, mentre si continua a non voler razionalizzare i servizi per non stuzzicare la suscettibilità del politico territoriale di turno» 
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L’ospedale “Mazzoni” di Ascoli

 

Nessun turn over e nemmeno prestazioni aggiuntive sebbene ci siano le risorse nell’Ast Picena, dove in Pediatria si ventila la riduzione dei letti e la sospensione delle attività ambulatoriali: lo annuncia Andrea Piccini, segretario regionale Cimo (Coordinamento italiano medici ospedalieri) che senza mezzi termini definisce «incomprensibili le scelte della direzione aziendale. Scelte che, come sindacato dei medici, contestiamo invitando la Regione ad intervenire per scongiurare che le risorse stanziate ma sottoutilizzate rischino di rimanere solo una promessa elettorale».

Il dottor Andrea Piccinini (Cimo)

LE RISORSE – Infatti la Regione, recependo la misura attivata dal governo per far fronte alla cronica carenza di personale sanitario e per ridurre le liste d’attesa, ha deliberato di assegnare all’Ast di Ascoli, per l’anno 2024, 642.599 euro per i medici e 241.516 per il comparto.

Invece di cogliere al volo l’occasione, soprattutto a ridosso del periodo critico delle ferie estive, «l’Ast picena – continua Piccinini – ha deciso di negare l’accesso a tali risorse aggiuntive in alcuni dei reparti in cui la cronica carenza del personale medico è maggiore.

Senza interventi a sostegno dei reparti in difficoltà senza una vera riorganizzazione, senza la sostituzione degli organici carenti, senza l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive, si innescherà quel circolo vizioso involutivo che porterà ad un ulteriore riduzione delle prestazioni sanitarie a cui farà seguito un ulteriore taglio del personale e così via fino alla chiusura di interi reparti e al taglio di intere linee produttive.

Un ossimoro gestionale quello delle prestazioni aggiuntive da parte della direzione dell’Ast Ascoli che, una volta intascate le risorse, cerca in tutti i modi di non utilizzarle, per risparmiare ancora una volta sul costo del personale sanitario e far quadrare i bilanci».

IL CASO DELLA PEDIATRIA«In Pediatria da mesi mancano 4 medici che non sono mai stati sostituiti e, per garantire il riposo minimo di 15 giorni di ferie estive, il personale sarà costretto o a ridurre la propria presenza in servizio o a ridurre il numero delle visite ambulatoriali.

La scelta di negare le prestazioni aggiuntive proprio a ridosso delle ferie estive non è infatti casuale.

Dopo il taglio delle culle in neonatologia ora sembrerebbe che venga proposta da parte della direzione aziendale una riduzione dei posti letto in pediatria oltre alla sospensione delle attività ambulatoriali».

Il segretario regionale Cimo non ritiene valide le motivazioni alla base di questa scelta, giustificata dal fatto che «il personale in servizio – afferma Piccinini – sia più che sufficiente a garantire gli attuali volumi di attività, giudicati dal management aziendale troppo bassi in relazione alle risorse assegnate.

A noi risulta invece che il volume di attività della pediatria del piceno sia in linea con i migliori standard regionali.

Anzi, le risorse assegnate sarebbero appena sufficienti se le attività fossero concentrate in un unico stabilimento, mentre risultano insufficienti se si mantiene immutata l’organizzazione sui due ospedali di Ascoli e San Benedetto, continuando a non voler razionalizzare i servizi per non stuzzicare la suscettibilità del politico territoriale di turno».

 

LA NEONATOLOGIA – Nello stesso tempo, Mauro Giuliani del sindacato Usb, continua a puntare i riflettori sulla Patologia Neonatale del “Mazzoni” di Ascoli, contestando – dati alla mano – le parole della dg Nicoletta Natalini sul fatto che 5 culle sono eccessive per il fabbisogno del territorio e che ne sono sufficienti 3, così ridotte da gennaio.

«A gennaio – elenca Giuliani – per 3 giorni la Patologia Neonatale del “Mazzoni” ha avuto 4 neonati ricoverati, a marzo 4 per 4 giorni, ad aprile 4 per due giorni, a maggio 4 per quattro giorni, a maggio 5 per due giorni. E si tratta di neonati che hanno una elevata complessità assistenziale.  

Addirittura si arriva alla pericolosissima decisione di chiudere la Neonatologia che temporaneamente, dal 30 maggio, non ha neonati ricoverati e si “sfrutta” unico infermiere per coprire la Pediatria.

E se c’è un’urgenza si “sfrutta” l’ostetrica». 

 



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