di Maria Nerina Galiè
Se non è allarme alcol tra i giovanissimi, ci siamo molto vicini. Nella notte appena trascorsa, di domenica 9 giugno, a San Benedetto, nei luoghi della cosiddetta movida, numerosi ragazzi sono stati soccorsi dagli equipaggi della Potes del 118 e della Croce Verde per malori legati all’abuso.
Ben dieci, tra i 20 e i 16 anni, hanno avuto bisogno di essere trasportati al Pronto Soccorso dell’ospedale rivierasco “Madonna del Soccorso” perché i malesseri si sono dimostrati preoccupanti.
Nella maggior parte dei casi, tutto si è risolto con una flebo di soluzione fisiologica, somministrata dagli operatori sanitari, per poi essere dimessi.
Ma i rischi legati all’abuso di alcol possono essere davvero seri: si va dal semplice sopore e dallo stato di agitazione, ma si può arrivare al coma etilico e a riportare complicanze cardiache.
Per non dimenticare il pericolo, per se stessi e per gli altri, di chi si mette in strada, su auto, scooter o moto con la mente annebbiata da stanchezza e alcol.
Oltre ai rischi per la salute se non addirittura per la vita, c’è anche da tener conto dell’enorme dispiegamento di risorse che richiedono questi interventi, dalle forze dell’ordine chiamate a risolvere eventuali problemi di disturbo se non per il controllo del divieto di somministrazione a minorenni, agli operatori di 118 e Pronto Soccorso.
Neanche a dire cosa può provare un genitore, svegliato nel cuore della notte perché un figlio, non importa che minorenne o maggiorenne, si trova al Pronto Soccorso e non a divertisti con gli amici.
E tutto per che cosa? Perché il divertimento non è tale se si resta sobri? Perché se non scorrono fiumi di alcol la festa non è abbastanza appetibile o il gestore non incassa abbastanza?
Tante possibili risposte, una la realtà dei fatti: non è la maggioranza dei giovanissimi che esce il sabato sera cercando lo sballo a tutti i costi.
Anzi, per fortuna è la minoranza, che però crea problemi, preoccupazione e mette a repentaglio la sicurezza di chi ha altre idee su come lasciarsi andare ad un sano divertimento.
Ma il loro numero ed il “rumore” è tale da far additare negativamente l’intera categoria.
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