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Procaccini lascia la segreteria del Pd: «Dobbiamo liberarci dell’autoconservazione di cui accusiamo la destra»

ASCOLI - A due giorni di distanza da una deludente performance elettorale, l’ormai ex segretario ha scelto di rassegnare le sue dimissioni, lamentando una scarsa propensione al rinnovamento all’interno del partito. Implicito, ma fin troppo evidente, il riferimento ad Anna Casini, tirata in ballo tra le righe attraverso i suoi slogan più celebri
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di Federico Ameli

 

A 24 ore di distanza dall’addio di Feliziano Ballatori da portavoce del Movimento 5 Stelle, un altro grande protagonista del centrosinistra ascolano sceglie di fare un passo indietro – non senza clamore – dopo l’esito dell’ultima tornata elettorale.

Angelo Procaccini

 

Angelo Procaccini, segretario comunale del Partito Democratico, fresco di 263 preferenze ottenute e di conseguente riconferma tra i banchi di minoranza del Consiglio comunale, ha annunciato ufficialmente di voler rassegnare le dimissioni dai vertici del partito dopo aver incassato il 10,68% dei consensi degli ascolani.

 

Troppo poco per contribuire attivamente alla tentata rivincita di Emidio Nardini, ma anche per continuare a portare avanti una politica di rinnovamento interna ed esterna al partito che, evidentemente, nonostante l’impegno profuso non ha dato i frutti sperati.

 

«Ho preso qualche ora di tempo per elaborare, meditare e capire come dirvi grazie – esordisce Procaccini sui suoi profili social, rivolgendosi a sua moglie Beatrice, a Nardini, ai candidati e ai sostenitori – Grazie a tutte le persone che si sono messe a disposizione per questa campagna elettorale, a chi mi ha votato e con cui manterrò l’impegno di stare in Consiglio comunale, anche se la delusione è tanta e la fatica sarà molta di più, a chi mi ha dimostrato vicinanza, stima e affetto pur non avendomi votato e a chi non ha fatto mancare critiche e consigli.

 

Voglio, però, chiedere anche scusa. A tutti coloro che mi hanno dato fiducia come segretario, per non aver portato il partito completamente a rinnovarsi ed a rinvigorirsi ma semplicemente a sopravvivere, sicuramente con dignità, ma non basta. Mi scuso anche con la città, perché come unico partito strutturato e organizzato del centrosinistra si poteva e si doveva fare di più in questi anni».

 

Alla comprensibile delusione per il risultato elettorale si aggiunge quella – ben più profonda – legata al percorso del Pd locale, che dal punto di vista dell’ormai ex segretario sembrerebbe essere stato condizionato da una visione tutt’altro che unitaria condivisa dalle diverse correnti che evidentemente animano il partito.

 

In particolare, in maniera neppure troppo velata, Procaccini si scaglia contro il consigliere regionale Anna Casini, facendo il verso agli slogan da lei adottati nelle sue ultime campagne elettorali per mandare un messaggio molto chiaro a chi, dal suo punto di vista, deve aver ostacolato il processo di rinnovamento del partito.

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Matteo Terrani, ex segretario provinciale del Pd, insieme ad Anna Casini e Angelo Procaccini nel 2020 (foto Stefano Capponi)

 

«Mi scuso, infine, per aver creduto “Qui” nella “”Rivoluzione dolce” – i due marchi di fabbrica della campagna elettorale targata Casini, ndr – è stato un grave errore politico, poiché “Qui” saltuariamente, “Rivoluzione” niente, “Dolcezza” ipocrita, a meno che non sei un amico.

 

Mi dimetterò da segretario perché è giusto che sia così, e spero che siano in molti ad interrogarsi quanto me. A differenza dei miei predecessori, però, non farò un mio movimento e non mi eclisserò nel nulla, ma resterò un tesserato del Partito Democratico, pronto a guidare una Rivoluzione amara” per gli opportunisti, gli egoisti, gli incapaci politici, gli ingiusti ed i “Portaborse” – altro termine messo in evidenza da Procaccini, ndr – di tutte le stagioni».

 

Scagliandosi contro uno dei leader del Pd locale, Procaccini rilancia il suo ideale di partito, nella speranza che la spaccatura interna al partito possa essere superata da una ventata d’aria fresca.

 

«Per ricostruire un’alternativa credibile dobbiamo innanzitutto liberarci dell’autoconservazione di cui accusiamo la destra senza mai guardarci in casa – conclude – Forse sono arrivato tardi, o forse l’idea che tutti meritino più di un’opportunità in parte è stata un limite, ma questo principio non lo cambio, poiché solo avendo valutato una somma di errori miei e degli altri ho la possibilità di avere un’analisi lucida, equilibrata e completa.

 

Chi vuole darmi una mano sa come raggiungermi, e chi si vuole tesserare nel partito per sostenere questa rivoluzione lo può fare sul sito nazionale, senza chiedere permesso e per piacere a nessuno».

 

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