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San Leonardo, il progetto entro la fine dell’estate: «L’esterno sarà restituito agli utenti uguale a come lo ricordano» (Foto)

MONTEFORTINO - A spiegare la situazione è l'ingegnere Massimo Conti, incaricato dalle Monache Benedettine di Santa Vittoria in Matenano. Il professionista non nasconde le difficoltà legate all'ubicazione della chiesa e alla tipologia dei danni del sisma del 2016. Ma nemmeno la volontà di ridare vita ad uno dei luoghi più amati da cittadini ed escursionisti della montagna
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di Maria Nerina Galiè

Le montagne a cavallo di Piceno e Fermano sono meta di tanti escursionisti, per i numerosi e diversificati percorsi offerti da quello spaccato naturale e unico. E’ di una decina di giorni fa l’ordinanza del Comune di Montefortino che autorizza la riapertura del sentiero per le Gole dell’Infernaccio, sia il tracciato stradale che quello escursionistico, chiusi durante il periodo invernale per l’accumularsi di detriti, ora rimossi.

 

Resta però interdetto – recita la stessa ordinanza – l’accesso all’Eremo di San Leonardo, danneggiato dal sisma del 2016. E’ così da agosto 2021 e gli avventori della montagna non sanno se perdere le speranze di riconquistare la fruibilità della chiesa e dell’intero sito dove aleggia un’aria suggestiva e magica.

 

Non devono perderle. San Leonardo non è stato abbandonato. Lo stesso sindaco di Montefortino, Domenico Ciaffaroni, se ne interessa costantemente. L’ultima volta un mese fa circa.

 

E finalmente arrivano buone notizie sul fronte della ricostruzione. O meglio di ristrutturazione secondo le più recenti e necessarie norme anti sismiche.

 

L’ingegner Massimo Conti dello studio En.Ar Conti

«Il progetto dovrebbe essere pronto per la fine dell’estate». Ad annunciarlo dall’ingegner Massimo Conti (studio En.Ar Conti),  incaricato della pratica per conto delle Monache Benedettine di Santa Vittoria in Matenano, alle quali il bene fu donato da padre Pietro.

 

«Ci stiamo lavorando da tempo, ingegneri, geologi, architetti, geometri  ed è tutt’altro che semplice», continua l’ingegner Conti, che non nasconde la complessità dell’opera, per la posizione del manufatto soprattutto. Basti ricordare che per la messa in sicurezza nel 2018 furono necessari gli elicotteri per trasportare materiali.

 

«Fu un’opera titanica – sono ancora le parole del professionista – che però ha evitato un peggioramento. Ora oltre a pensare alla ristrutturazione secondo le più recenti norme anti sismiche, che di certo padre Pietro non ha seguito così come non è stato supportato da tecnici che avrebbero intuito alcune peculiarità del sottosuolo, si stanno utilizzando tutti i sistemi più all’avanguardia per i rilievi, anche per le rocce sottostanti.

Tanto per fare degli esempi, senza scendere troppo nel tecnico, i rilievi hanno richiesto i laser scanner con l’ausilio di droni. Ma ora ci sono. E, non essendo possibile andare lì con le trivelle, per lo studio del sottosuolo i geologi si caleranno con la corda»

Il terremoto ha fatto danni seri.

Conti: «La parte più danneggiata è quella dell’abside, che si affaccia sulla valle delle Pisciarelle, per la caratteristica morfologica della montagna che  presenta “rocce fratturate”. Detto in soldoni, creano una specie di scivolo verso il vuoto.

Del resto, ricostruendo la storia della chiesa che nasce sulle basi dell’antico “Monastero del Volubrio”, snodo cruciale per i pastori della transumanza e fonte di ricchezza per tutto il territorio, sono emerse foto dei primi del ‘900 che dimostrano come quel manufatto avesse riportato danni, pure per un terremoto, uguali a quelli subiti dalla chiesa costruita da padre Pietro».

 

Non sarà facile, non si ha ancora contezza di quanto tempo e quanti soldi occorreranno.

Una volta pronto il progetto, si dovrà capire come intervenire, superando gli ostacolo della particolarissima posizione del sito. Ci vorrà un’ordinanza speciale della Struttura Commissariale Sisma e dell’Ufficio speciale Ricostruzione.

«Poi – dice ancora l’ingegnere – una volta resa di nuovo fruibile la struttura, questa dovrà possibilmente essere dotata di servizi per chi tornerà a visitarla. E la parte impiantistica richiederà un altro grande lavoro. Si sta pensando di istallare pannelli solari, quindi occorreranno le necessarie autorizzazioni.

Ma le porte della chiesa costruita da padre Pietro (Armando Lavini) con le sue mani saranno riaperte.

Il manufatto, nella parte esterna, di concerto con gli architetti che si stanno occupando del progetto, verrà restituito ai cittadini così come lo ricordano, senza cambiare un colore, una tipologia di pietra, una parte del tipico aspetto.

Siamo perfettamente consapevoli dell’attaccamento delle persone a quel luogo e nulla sarà lasciato al caso».

FOTOGALLERY – SAN LEONARDO RIPRESO DAL DRONE DURANTE I RILIEVI

 


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