Un progetto di quasi 2 milioni di euro per la riparazione per le mura castellane di Montemonaco, danneggiate dal sisma del 2016. Il via libera è arrivato dalla Conferenza regionale, per un importo totale di 1.950.000 euro, appunto.
Il terremoto ha fatto registrare lesioni passanti, distacchi ortogonali e crolli sia sulle mura che sui torrioni.
In programma ci sono interventi sia di natura strutturale sia di restauro conservativo sul paramento lapideo delle mura e dei torrioni.
«Le mura castellane e i torrioni di Montemonaco – spiega il commissario alla ricostruzione Guido Castelli – rappresentano un manufatto di grande rilievo, unico nel suo genere, patrimonio del territorio che merita ulteriore valorizzazione.
Il passaggio in Conferenza costituisce, dunque, uno step importante per uno dei luoghi simbolo del cratere e dei nostri Monti Sibillini, il secondo comune delle Marche a livello di altitudine».
«Siamo soddisfatti dell’avanzamento dell’iter progettuale di questa importante riqualificazione, che si inserisce in un quadro generale più ampio – dichiara il sindaco Francesca Grilli – Il prossimo 29 giugno, infatti, inaugureremo anche il nuovo parco verde prospiciente i torrioni, rigenerato con i fondi ottenuti, anche in tal caso, grazie al commissario Castelli e portato avanti grazie al lavoro congiunto con la Regione».
Le mura circondano una porzione del centro storico ed inglobano molti spazi verdi. I tratti sono intervallati da ampi e robusti torrioni che si compongono di fabbriche organizzate su tre maschi murari disposti planimetricamente a formare delle “C”.
La cinta muraria di Montemonaco, nel Piceno, fu eretta indicativamente nel secolo X, in pietra arenaria, e successivamente munita di torri in occasione della costruzione del castello. Lo stesso castello che nel 1190 si trovava sotto la signoria dei Nobili di Monte Passillo, e che viene menzionato come Castrum Mons Monaci nel 1283.
All’epoca sull’altura di Montemonaco trovavano rifugio e solitudine i monaci benedettini, primi colonizzatori delle zone dei Sibillini. I piccoli feudatari dei vari centri rurali disseminati ai piedi delle montagne si costituirono in un libero Comune e scelsero come capoluogo un punto centrale, facilmente difendibile, chiamato fin da allora “monte del monaco”.
Le massicce mura castellane furono costruite e rinforzate per respingere i tentativi offensivi dei comuni vicini (Montefortino, Montegallo, Arquata e Norcia) che ne insidiavano in continuazione i confini.
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