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In un doc la storia rap degli Assalti Frontali: regia dell’ascolano Paolo Fazzini

MUSICA - Il tributo alla band che nel 1990 per prima incise un brano rap cantato in italiano, "Batti il tempo". Nel documentario codiretto insieme a Francesco Principini, il racconto del leader Militant A e di personaggi come Caparezza ed Elio Germano. Producono Pier Giorgio Bellocchio ed i Manetti Bros
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Il cast di “Una vita all’assalto” al completo

 

di Luca Capponi 

 

La storia del rap e la band che per prima ha inciso un album in lingua italiana, dando il là ad una vicenda musicale irripetibile. Era il 1990, e gli Assalti Frontali scrivevano la storia. Pionieri, qualcuno li ha chiamati. Senza dubbio seminali. Non a caso tra coloro che oggi gli rendono il giusto omaggio ci sono personalità disparate: da Elio Germano a Caparezza, dai Manetti Bros a Pier Giorgio Bellocchio. La lista è lunga, e fa parte del documentario tributo “Una vita all’assalto”. A dirigerlo, Francesco Principini e l’ascolano Paolo Fazzini, al suo ritorno dietro la macchina da presa.

Fazzini con Militant A e Principini

 

Presentato in anteprima al Biografilm Festival di Bologna, dove si è aggiudicato il premio del pubblico, “Una vita all’assalto” sarà a Roma dal 20 al 26 giugno con una serata speciale programmata per il 21 al Cinema Aquila, dove saranno presenti, oltre a Fazzini e Principini, il leader del gruppo Militant A e i produttori, vale a dire proprio Bellocchio e i Manetti.

 

Dopo più di trent’anni, Luca Mascini, questo il vero nome di Militant A, è ancora lo stesso e, si racconta come mai prima d’ora, dipingendo la propria parabola umana e artistica, che affonda le radici nella storia d’Italia, nel mondo dell’autonomia antagonista, dei movimenti studenteschi, fedele ai propri ideali, ai sogni, alla voglia insopprimibile di fare musica e al desiderio di cambiare il mondo. Ancora oggi.

 

Qualche cenno biografico. Gli Assalti Frontali nascono nel 1990 dall’esperienza dell’Onda Rossa Posse, collettivo musicale romano sorto, sul finire degli anni ottanta, in seno all’emittente radiofonica Radio Onda Rossa. Il 15 giugno dello stesso anno pubblicano “Batti il tuo tempo”, il primo brano rap cantato in italiano, diventato inno di un movimento generazionale che trova nella cultura underground lo spirito di rivolta da portare nelle strade e nelle piazze, facendo esplodere in Italia il cosiddetto fenomeno delle “posse”. Il loro primo album, “Terra di nessuno”, esce due anni più tardi. Seguiranno altri dieci album, concerti, collaborazioni, la creazione di una sala d’incisione e molto altro, senza mai abbandonare l’impegno politico e sociale.

Con Militant A, Principini e Paolo Guerrieri, coautore e montatore

 

«La possibilità di poter disporre di rarissimi filmati inediti dei primissimi anni ‘90 fino alle soglie del 2000, ci hanno convinto a realizzare un documentario che fondesse musica, politica e vicende private, raccontando con uno sguardo diverso anche alcune vicende che il nostro paese ha attraversato dalla prima Repubblica a oggi – spiegano Fazzini e Principini -. La realizzazione del documentario non è solo un’occasione per tributare il giusto omaggio a una formazione hip hop senza eguali in Italia, ma offre anche l’opportunità di presentare al grande pubblico la parabola unica di un uomo che ha scelto di fare della propria ricerca artistica anche un percorso di vita concreta, nel segno della coerenza e dell’originalità. Due valori che la produzione musicale contemporanea sembra un po’ aver perso di vista».

Elio Germano in una delle sequenze del doc

«Da un punto di vista tecnico abbiamo scelto di girare con diaframmi molto aperti, giocando con la profondità di campo, sfocando il fondo e mettendo al centro le figure umane, sia degli intervistati che delle persone che intervenivano durante le riprese – concludono i due registi – È un concetto che ci sembrava si sposasse bene con tutta la spinta creativa che gli Assalti hanno nel raccontare le vicende delle persone che incontrano tutti i giorni».

 

Fazzini, ascolano classe 1974, è autore televisivo e ha scritto programmi per le principali emittenti italiane tra cui “Camorriste” (C&I), “Art Rider” (Rai 5), “L’Altra Metà del Crimine” e “Donne Vittime e Carnefici” (La7). Ha firmato la serie crime “Crossing the Line” per il canale statunitense A&E. Come regista, ha diretto numerosi documentari tra cui “Hanging Shadow – Italian Horror Cinema” (2006), “Che il Mio Grido Giunga a Te “(2014), “All’Assalto – Le Radici del Rap Italiano” (2017,), mentre il lungometraggio “Mad in Italy” segna il suo esordio nella regia cinematografica (2011). Ha pubblicato diversi saggi sul cinema tra i quali “Gli Artigiani dell’Orrore”, “Amici miei – La Trilogia”, “Masters of Soundtrack – Venti Compositori Italiani per il Cinema”. Esordisce nella letteratura di finzione nel 2021 con il romanzo “Family Biz”.

Caparezza


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