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“Caso Sbaffo”, Aldo Manfredi: «Contratto con la Recanatese revocabile su richiesta del calciatore»

SERIE D - Sulla "querelle" tra Samb e leopardiani interviene prima l'ex calciatore laureato in giurisprudenza e docente a Coverciano, e poi il giudice sambenedettese i quali esprimono forti dubbi sull'interpretazione data dalla Recanatese all'annuncio dell'acquisto da parte della Samb. Situazione descritta come controversa anche da Giulio Spadoni. Lunedì il caso approda in Lnd
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Guglielmo De Feis, Alessandro Sbaffo, Aldo Manfredi

di Pier Paolo Flammini

 

Alessandro Sbaffo è della Samb o è ancora della Recanatese? Sulla vicenda ce ne siamo già occupati dopo il post della Recanatese la quale, a seguito dell’annuncio dell’acquisto di Sbaffo da parte della Samb, ha spiegato che in base all’articolo 117 Noif Sbaffo resta ancora tesserato coi leopardiani e non può andarsene verso altra società di D (diverso se approdasse nei professionisti) senza il consenso della Recanatese.

 

Non siamo stati teneri con la Samb per la situazione in cui si è trovata – evitabile, clicca qui – ma siamo rimasti stupiti come vi sia stata una univoca critica nei confronti della dirigenza rossoblù senza invece la minima riflessione sul ruolo della Recanatese nei confronti del suo ex (?) calciatore Alessandro Sbaffo: non uno qualunque, ma un giocatore che ha trascinato i leopardiani per la prima volta in C dove ha dato un contributo di primo piano con i suoi gol per due stagioni.

Ebbene, a distanza di oltre 24 ore, i pareri contraddittori sulla vicenda, anche a causa di norme che paiono in contrasto con la logica, confutano, almeno in parte, il punto di vista espresso dalla Recanatese. E la Lega Nazionale Dilettanti potrebbe già esprimersi sulla vicenda (secondo il direttore sportivo Giulio Spadoni, in un dettagliato commento su Facebook in risposta all’ex calciatore ed esperto Guglielmo De Feis, ex attaccante Samb laureato in giurisprudenza, scrittore e docente al Centro tecnico di Coverciano, «lunedì mattina si esprimerà l’espertissimo dottor Scacchi della Lnd»).

 

Proprio De Feis ha tirato la prima pietra che ha rotto il punto di vista univoco, ovvero quello della Recanatese, in assenza di una replica della Samb: «Per me, Sbaffo è libero di firmare con la Sambenedettese. La ratio delle norme interessate, infatti, non è quella di tutelare il contratto del professionista retrocesso, quanto quello di tutelare gli interessi della società retrocessa sui diritti relativi ai calciatori giovani (under 24). In pratica: si vuole tutelare la società che abbia rilevato il contratto di un giovane professionista (o fatto firmare il primo contratto da professionista) anche in caso di retrocessione, salvaguardando il vincolo sportivo del giocatore con la stessa società. Alessandro Sbaffo, però, ha trentatré anni e non avrebbe senso (quarant’anni dopo la decadenza del vincolo e trenta dopo la sentenza Bosman) che si ritrovasse con un vincolo sportivo a dir poco anacronistico».

 

«A dimostrazione di quanto affermo, basti pensare al caso inverso: Sbaffo è un fuoriclasse della categoria, ma per uno Sbaffo esistono cento calciatori dei cui contratti le società retrocesse vorrebbero disfarsi una volta scese di categoria e la questione creerebbe un pericoloso precedente. Con la retrocessione, il contratto da professionista di Sbaffo è risolto e lui può accordarsi con chi vuole. Non appare convincente del resto nemmeno la spiegazione secondo la quale, invece, il calciatore potrebbe firmare con una società professionistica. Infatti, o quello con la Recanatese è un contratto (ed è valido in ogni caso) o non lo è più (perché risolto), ma non può essere un vincolo sportivo (possibile solo per gli under 24)».

 

Ma a De Feis risponde, in accordo, anche il giudice Aldo Manfredi: «Condivido quanto ha evidenziato con buoni argomenti il dottor De Feis. Il contratto biennale di Sbaffo è certo risolto e il tesseramento è revocabile a richiesta del calciatore che ha più di 24 anni. L’articolo 117 delle Noif va coordinato con l’art. 32 bis».

 

Quello di Manfredi è sicuramente un parere tecnico autorevole, che arriva da un uomo di diritto, Presidente della sezione penale della Corte di Appello a L’Aquila, presidente della Commissione Tributaria di Ascoli Piceno e docente a contratto di Diritto Penale dell’Economia alla facoltà di Economia e Management dell’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara.

 

Scrive invece Spadoni a commento di De Feis: «Il contratto di Sbaffo è indubbiamente scaduto, resta il forte dubbio sul vincolo che potrebbe portare le due società a una trattativa per il trasferimento. Rimane la grande superficialità delle componenti, in primis il giocatore e suo eventuale procuratore nell’informare la nuova società della sua situazione contrattuale o meglio federale, la Samb, presa dalla bramosia di ufficializzare un ingaggio del genere, poteva magari fare una telefonata alla Lega (sempre non sia stata fatta), in ultimo la stessa Recanatese che, prima di alzare il polverone, poteva accertarsi anch’essa nei dovuti uffici (sempre non lo abbia fatto). Alla fine Sbaffo giocherà nella Samb, perché è la sua volontà e non ha firmato contratto di lavoro sportivo con la Recanatese, come detto probabilmente ci vorrà un’intesa tra le parti».

 

Sul post Facebook di De Feis, che ha agito un po’ come aggregatore di pareri tecnici, compare anche il parere di Gianluca Colaneri, un mediatore calcistico («Sbaffo è libero di firmare con la Samb»).

 

In tutto questo emerge anche un aspetto fino ad ora passato sotto traccia: il rapporto tra la Recanatese e Sbaffo. Possibile in oltre un mese in cui il nome del fantasista è stato accostato alla Samb, i dirigenti della Recanatese non si siano sentiti in dovere di fare una telefonata a Sbaffo per far conoscere il proprio punto di vista e tutelare un calciatore per loro così importante, e anche, a quel punto, per aprirsi a una contrattazione con la Samb? Poi certo la Recanatese può chiedere l’applicazione letterale delle norme, anche quando razionalmente illogiche e, come emerso sopra, ampiamente discutibili. Tuttavia prima dell’applicazione delle norme vige un principio che è quello della collaborazione, in primis con i propri tesserati, in secundis con le altre società. Sicuramente il silenzio della Recanatese e poi il post pubblico non sono frutto di un calcolo comunicativo, ma i leopardiani avevano tutto per consentire alla vicenda di risolversi bonariamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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