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San Pietro Martire restituita al culto e alla città con tutta la sua storia (Foto)

ASCOLI - La cerimonia è stata presieduta dal vescovo Gianpiero Palmieri che ha annunciato: «Presto partiranno i lavori anche a duomo. Ed io verrò qui, ve lo dico. E questa chiesa per un po' sarà la Cattedrale, il  cuore della nostra chiesa diocesana»
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di Maria Nerina Galiè

 

E’ stata restituita al culto, dopo due anni, la chiesa di San Pietro Martire, tempio tra i più importanti e imponenti di Ascoli, di cui arricchisce il centro storico.

Ieri, 23 giugno, la cerimonia per la riapertura è stata presieduta dal vescovo Gianpiero Palmieri, affiancato dal nuovo parroco don Daniele De Angelis, il vice di Francesco Guglietta, e lo storico parroco, ora in pensione, don Emidio Fattori.

Presenti anche il Commissario Sisma, Guido Castelli, il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti e Gianni Silvestri.

Suggestivo il momento della benedizione dell’altare, che si è presentato spoglio, per essere riallestito in tutta la sua solennità.

«Senza voler mischiare questioni personali con quelle di carattere amministrativo, ma non posso nascondere l’emozione di vedere riaperta la chiesa del Commissario alla Ricostruzione», ha ammesso Castelli, che – rientrando  nel  ruolo- ha ricordato le numerose inaugurazioni di edifici di culto: «Abbiamo fatto grandi passi avanti in questa direzione, segno di un’ottima relazione tra struttura commissariale, ufficio ricostruzione e Sovrintendenza. Questi sono progetti delicati con al centro edifici ricostruiti come beni culturali».

 

Sono ben 8 le chiese che fanno parte della parrocchia di San Pietro Martire, hanno ricordato don Daniele De Angelis ed il vescovo Palmieri, che ha sottolineato come questi edifici «parlano ancora, come hanno fatto da sempre. Certo, non ci sono più folle che vi si riuniscono, la città e la fede sono cambiate. Ma visitando le chiese, vi daranno un messaggio, su come utilizzarle e valorizzarle. Intanto, questa è la vostra casa». 

 

Poi un annuncio da parte del vescovo: «Presto partiranno i lavori anche al duomo Ed io, ve lo dico, verrò qui. Questa chiesa per un po’ sarà la Cattedrale, il  cuore della nostra chiesa diocesana».  

 

L’intervento in Cattedrale non richiederà la chiusura totale ma ne impedirà la piena fruibilità e, in momenti di particolare afflusso di fedeli, sarà appunto utilizzata San Pietro Martire, come ha detto appunto il vescovo, per il luogo centrale e per le sue notevoli dimensioni. Una di queste importanti occasioni potrebbe essere l’apertura del Giubileo del 2025.

 

Marcello Piacenti, in rappresentanza della ditta esecutrice dei lavori di San Pietro Martire, ma anche per conto dei numerosi professionisti che hanno partecipato alle opere, ha spiegato, a grandi linee, il grande lavoro fatto, «anche se sembra non sia stato fatto nulla», ha detto scherzando.

Invece l’intervento è stato imponente, ha richiesto anche l’impiego di appositi macchinari, ed ha riguardato l’intera struttura. Diversi i danni subiti a seguito delle scosse del 2016,

«I segni lesivi più importanti – ha spiegato Piacenti – erano diffusi soprattutto negli elementi orizzontali della chiesa, con lesioni nelle volte dell’aula, danneggiamenti in copertura, oltre a distacco delle volte dalle murature perimetrali. Si notava inoltre un distaccamento delle massicce strutture
degli altari laterali dalle murature d’ambito.

Si è proceduto così allo smontaggio di una ampia porzione perimetrale del tetto, lungo le navate laterali e centrale, sulla parte sommitale della facciata e sul perimetro delle tre absidi.
E’ stato poi realizzazione di un cordolo sommitale in acciaio lungo i perimetri descritti.

Le volte sono state alleggerite, con aspirazione, e consolidate applicazione di rinforzo con fibre di carbonio.
Lavori anche sull’altare in marmo (del 1720-24 opera di Giuseppe e Lazzaro Giosafatti), con il riancoraggio alla struttura muraria, consolidamento dei marmi distaccati e fissaggio di porzioni delle sculture danneggiate dal sisma».

 

A breve ci sarà la riapertura della chiesa di San Giacomo, anch’essa oggetto dei lavori post sisma e che pure fa parte della parrocchia di San Pietro Martire, insieme con altre tra cui Sant’Agostino, San Tommaso, Santi Vincenzo e Anastasio, Santa Maria Intervineas.

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