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Gabbiano Jonathan danneggiato, dopo la riparazione è caccia ai vandali

SAN BENEDETTO - Troli «L’atto di vandalismo sul monumento al Gabbiano Jonathan Livingston costituisce una ferita inferta, oltre che all’opera di Mario Lupo, fortemente voluta dal Circolo dei Sambenedettesi nel 1986, anche a tutta la città»,
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Sono in via di identificazione gli autori del gesto vandalico che ha portato al danneggiamento del monumento al gabbiano Jonathan lungo la passeggiata del molo sud di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno).

La polizia municipale ha, da un lato, recuperato i frammenti metallici spezzati dai vandali, dall’altro acquisito le immagini delle telecamere di sicurezza che saranno fondamentali, grazie al lavoro svolto in collaborazione con i carabinieri, per individuare i vandali.

«Ovviamente ci attiveremo, per quanto di competenza del Comune, per mettere questi signori dinanzi alle loro responsabilità – afferma il vicesindaco Antonio Capriotti – che comprenderanno il risarcimento di tutte le spese che dovremo sostenere per il restauro dell’opera».

 

Il grave fatto ha spinto a prendere posizione il presidente del Circolo dei Sambenedettesi Gino Troli

«L’atto di vandalismo sul monumento al Gabbiano Jonathan Livingston costituisce una ferita inferta oltre che all’opera di Mario Lupo, fortemente voluta dal Circolo dei Sambenedettesi nel 1986, anche all’intera città. Il grande valore simbolico della creazione che da allora è diventata una delle immagini più riconoscibili della nostra città ha sicuramente condotto gli autori di questo gesto inconsulto ha indirizzare il loro barbaro atto su un segno visibile e emblematico della storia cittadina che ne identifica la tradizione di libertà e di ricerca della individualità nella dimensione collettiva. Ci chiediamo se nelle residuali facoltà umane di questi “distruttori della notte”  esiste ancora la capacità di calcolare l’esito di atti insensati come questo o se ormai la spersonalizzazione degli individui è arrivata alla totale assenza di un senso del limite. Si indaghi fino in fondo sui responsabili e si intervenga senza indulgenza su personalità che possono ulteriormente incidere negativamente sul patrimonio artistico e sul volto stesso della nostra San Benedetto. Se costoro non si sentono figli della città in cui sono nati (sono sambenedettesi?) forse diventa necessaria una vera e propria rieducazione al rispetto della stessa condizione umana che si sta perdendo».

 

 

Il Circolo esprime tutta la sua preoccupazione per il degrado e la scarsa considerazione del patrimonio pubblico a cui si è giunti. «Questo episodio è davvero allarmante e non può più essere annoverato tra le “ragazzate”: qui andiamo oltre – prosegue Troli – e le responsabilità individuali non possono più essere solo sociali, cosa su cui comunque occorre farsi le giuste domande, ma attengono ad una perdita assoluta della misura del proprio io e alla degenerazione del rispetto per gli altri nelle sue basi costitutive. La città tutta e le sue istituzioni devono avviare una seria riflessione su ciò che sta accadendo e sui molteplici episodi che stanno segnando nella quotidianità un pericoloso cammino  di annullamento di valori condivisi e di caratteri identitari di apertura e confronto civile che sono sempre appartenuti alla nostra città».

 

 

 


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