I portoni della cattedrale si erano aperti verso le 17.30, con la solenne funzione fissata per circa 2 ore dopo. Ebbene: nel giro di pochissimo tempo, i banchi dedicati ai fedeli sono stati letteralmente invasi. Tanta era la voglia e la curiosità della gente di San Benedetto e dintorni di assistere all’ingresso del nuovo vescovo diocesano: monsignor Gianpiero Palmieri.
Per chi è rimasto fuori, allestito anche un maxischermo. Così, in una caldissima sera dell’ultimo giorno di giugno del 2024, il vescovo di Ascoli ha celebrato la sua prima funzione come nuovo vescovo della Chiesa Truentina, unita in un unico soggetto per volontà di Papa Francesco.
Durante la sua omelia, monsignor Palmieri ha idealmente sorvolato il vasto territorio della nuova diocesi, guardandolo con gli occhi dell’accoglienza e della preghiera: «Abbiamo tutto quello che ci serve, un mare spazioso che ci ricorda quanto sia necessario passare da una parte all’altra e la montagna che serve per salire vicino a Dio».
Parole snocciolate durante un rito solenne, concelebrato da diversi vescovi della comunità marchigiana, tra cui l’uscente Carlo Bresciani. Di particolare rilevanza, la presenza di due invitati dalla Diocesi di Roma (quella di cui è all’apice direttamente il Papa) con i vescovi ausiliari Benoni Ambarus e Paolo Ricciardi.
A tutti, vescovi o “semplici” fedeli, monsignor Bresciani ha chiesto una preghiera per il nuovo servizio che gli è stato affidato, quello di reggere una Comunità grande, sia nel territorio che nelle sfaccettature culturali e sociali. Sul finale, il vescovo si lascia andare ad una battuta che scioglie tutti i presenti in un applauso: «Ci ricorderemo a lungo di questa fresca domenica di giugno»
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