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Appino e Brunori, le buone vibrazioni del “17Festival”: musica e solidarietà nel ricordo di Marzia (Video e foto)

MUSICA - Concerto inaugurale all'Anfiteatro delle Fonti di Ripatransone per l'evento benefico che raccoglie fondi per il reparto di ematologia dell'ospedale "Mazzoni" di Ascoli. Sul palco gli "I Hate My Village", poi spazio al frontman degli Zen Circus ed al cantautore calabrese, per un duetto da brividi. L'infaticabile Massimo Croci e la figlia Virginia anima di un evento che da dieci anni porta artisti di rango nel Piceno
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Brunori e Appino sul palco del 17 Festival

 

di Luca Capponi 

 

(foto di Lucia Di Mattia)

 

Cominciamo dalla fine. È quasi mezzanotte, e dopo una carrellata di emozioni Appino e Brunori decidono di chiudere il concerto con “Non è per sempre”, iconico brano degli Afterhours. I due ci scherzano su, all’ennesimo pezzo che tocca corde profonde: «Potevamo scegliere di tutto, e invece ecco un’altra “mazzata”…». 

Il dottor Galieni intervistato da Matteo Porfiri. Sulla destra, Massimo Croci e la figlia Virginia

 

Il pubblico del “17Festival” applaude e canta. Ricordando Marzia, la sua passione per la musica, i suoi slanci e la sua bontà d’animo. Questo sì, è per sempre. E resterà, anche se lei non c’è più ormai dal 2011. Grazie a Massimo Croci, il marito, infaticabile anima di questo meritorio evento che ormai da dieci anni porta nel Piceno qualità sonora di livello assoluto. E grazie alla figlia Virginia, 18 anni appena compiuti, ed al suo spirito giovane in cui (ri)vivono emozioni.

 

Tanto che molti enti, nel corso di questi anni, ha sostenuto il “17Festival” e la sua missione nobile di devolvere gli incassi al reparto di ematologia dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, diretto dal dottor Piero Galieni. Non a caso, ieri sera lunedì 8 luglio, c’erano anche i rappresentanti istituzionali di Folignano, Offida e persino Nereto, comune del vicino Abruzzo. Oltre ovviamente a Ripatransone, che col suo Anfiteatro delle Fonti ha fatto da sfondo alla prima data dell’edizione 2024.

 

Sul palco, ad aprire, gli “I Hate My Village”, supergruppo capitanato da Alberto Ferrari dei Verdena. Poi la palla passa ad Andrea Appino, frontman degli Zen Circus che nelle sue incursioni soliste dà vita a veri e propri spaccati di cantautorato rock dal sapore unico. Ascoltare, per credere, brani come “Il testamento”, “La festa della liberazione”, “Che il lupo cattivo vegli su di te”, “Ulisse” o gli estratti dall’ultimo concept “Humanize”, tutti riproposti in una scaletta da lode, che prende definitivamente il volo quando sul palco sale un altro grande, vale a dire Dario Brunori. Grande amico del “17Festival” e grande amico di Appino, grazie ad un primo incontro avvenuto proprio…nei pressi.

Brunori e Appino

 

«Era il 2010, al mitico “Maremoto Festival” di San Benedetto», ricordano i due non senza un briciolo di ironia per come sia terminata l’esperienza di un evento a cui tutti, artisti e pubblico, erano molto affezionati.

 

«Quel giorno ho accolto Dario nel camerino senza mai averlo mai visto e conosciuto, anche se la sua fama lo precedeva – racconta Appino tra le risate -. L’ho accolto con una banana nelle mutande, tirandogli un petardo. Non è uno scherzo, è tutto vero».

 

«È stato una sorta di battesimo di fuoco per capire che personaggio fossi visto che non si fidavano tanto, ero pure calabrese – gli fa eco Brunori-. Quindi hanno provato a provocarmi, ma noi con gli spari ci siamo abituati, è stato un test anche abbastanza semplice da superare…».

 

Con loro è così. Si ride, si scherza. Poi si vola e ci si commuove. Insieme suonano “Guardia 82” e “La verità” dal repertorio di Brunori e “Rockstar”, canzone del 2015 contenuta nel disco “Grande Raccordo Animale” del buon Andrea.

 

Poi il finalone con “Non è per sempre”. Un monito, una speranza. Un ricordo che non muore. Nel segno di Marzia.


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