di Marco Braccetti
«Promessa mantenuta». Così, il vicesindaco Antonio Capriotti (delegato al decoro urbano) commenta telegraficamente l’intervento effettuato lungo via Gramsci dagli operai municipali addetti alle manutenzioni. Nella mattinata di venerdì 12 luglio, il personale operativo era intervenuto sul muraglione di via Gramsci, che corre tra la stazione ferroviaria e l’ex cinema “Delle Palme”.
Come denunciato qualche mese fa anche dal nostro giornale, quel particolare punto della città era stato totalmente imbrattato con scritte di ogni genere, anche insulti e volgarità. Davvero una brutta cartolina, anche dal punto di vista turistico. Infatti, quella strada è, spesso, il primo impatto che un visitatore sceso dal treno ha con San Benedetto. Ora la speranza è che i vandali armati di pennarelli e vernici spray non tornino subito a colpire. L’esperienza degli ultimi anni, purtroppo, non lascia ben sperare; visto e considerato che via Gramsci – come altre zone di San Benedetto – è stata imbrattata e ripulita più e più volte. Ma un appello al senso civico e all’educazione di tutti ci sentiamo ugualmente di farlo.
Ad ogni buon conto, la questione era finita anche sui banchi del Consiglio comunale. Lo scorso maggio, il consigliere d’opposizione Andrea Traini aveva interrogato l’amministrazione, chiedendo quale strategia intendesse adottare per imbrigliare le mani degli imbrattamuri che, purtroppo, lungo la città agiscono sostanzialmente indisturbati. Per chi fosse interessato, qui c’è la trascrizione integrale della discussione nella massima assise municipale.
In quella sede, il consigliere Traini lanciò tre proposte per contenere questo odioso fenomeno: un protocollo d’intesa tra San Benedetto ed i Comuni dell’hinterland, per limitare la vendita delle vernici-spray; l’erogazione di incentivi economici ai privati che fanno ripulire i propri spazi e l’utilizzo di speciali patine sulle superfici ripulite, che facilitano la ripulitura in caso di nuovo attacco dei writers.
Impossibile elencare di tutte le vie dove negozi, case, opere d’arte o palazzi e arredi pubblici sono stati deturpati. Per farlo, occorrerebbe prendere lo stradario cittadino e copiarlo praticamente di sana pianta. Nel 2013, un’analisi effettuata dalla società “Multi Servizi” (partecipata municipale che ha anche compiti anti-graffiti) mise in luce che quasi un immobile privato su due in città risultava imbrattato. Anche per questo, l’idea di Traini sugli incentivi alla ripulitura potrebbe essere interessante.
Infatti, oggi come oggi, la maggioranza delle persone preferisce non spendere solti per cancellare la scritta o il graffito, poiché c’è sempre il rischio che i vandali possano tornare a sfregiare dov’erano già passati. Insomma: un circolo vizioso che l’amministrazione comunale è chiamata a spezzare una volta per tutte.
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