di Peppe Ercoli
«Il fischio è la creazione di suoni per mezzo dell’aria che scorre rapidamente attraverso una piccola apertura di una cavità e crea turbolenza. Tramite metodi diversi l’uomo può produrre i fischi dalla sua bocca, che egli usa per l’attività musicale e in alcuni casi anche per la comunicazione. Oltre all’uomo, anche altri esseri viventi usano il fischio per la comunicazione».
La definizione di “fischio” di Wikipedia è incompleta. Oltre a essere strumento musicale e per la comunicazione, il fischio può esser anche strumento di disturbo. Come è accaduto alla Quintana di sabato scorso quando un sibilo prolungato, amplificato dal silenzio osservato dal resto del pubblico al Campo di Giochi, ha creato disturbo al cavaliere della Piazzarola Davide Dimarti e alla sua cavalcatura.
Poco rileva che magari il fischio potrebbe non entrarci nulla (o poco) con l’uscita di pista del giovane cavaliere e che magari un peso l’abbia avuto anche l’inesperienza in una giostra molto impegnativa. Non ha importanza. Quel fischio non doveva partire sabato, come non avrebbe dovuto partire mai in passato insieme a ululati, i “buuu” gli insulti, come invece è accaduto in maniera che, chi più chi meno, ha coinvolto tutti i sestieri, per un motivo o per l’altro.
Ci sono cavalieri che fischi e disturbi durante gli assalti riescono a gestirli e chi invece meno.
Per cui vanno evitati, punto e basta. Va detto che la situazione negli ultimi anni è man mano migliorata e di episodi di disturbo ce ne sono stati sempre meno. Ma non si riesce a debellarli definitivamente e non va bene.
Che fare allora? Si ragiona in questi giorni di sanzioni da comminare ai sestieri per una sorta di responsabilità oggettiva che già fa danni nel calcio, figuriamoci in una rievocazione storica. Si parla di daspo di gruppo, o anche singoli. E’ tutto molto complicato perché in mezzo al branco l’imbecille trova sempre riparo e tanta, troppa, omertà.
Allora bisogna continuare a lavorare sulla cultura del rispetto che deve esserci per chi, come i cavalieri, affronta lo Squarcia mettendo a rischio la propria incolumità e quella del cavallo. Di brutte cadute con esiti negativi purtroppo ne abbiamo recenti ricordi.
E’ importante che il pubblico, i sestieranti della quintana capiscano questo e siano loro i primi a volere che al Campo dei Giochi dello Squarcia non voli una mosca durante gli assalti e che ci si possa scatenare con la voce solo durante la corsa nel rettilineo finale come a spingere cavallo e cavaliere a percorrerlo il più velocemente possibile.
Tutelare cavalli e cavalieri, tutelare lo spettacolo Quintana, deve essere qualcosa che tutti devono sentire propria. Se qualcuno insiste nei fischi, negli schiamazzi di mero disturbo a cavallo e cavaliere, allora che siano le persone che gli stanno intorno a prenderlo per il colletto accompagnandolo fuori dal campo, magari con un coro di fischi che, chissà, gli faranno capire anche solo minimamente cosa significa subirli.
Badate, non si tratta di “cantarsela”, termine che molti rifulgono; ma di fare un atto di rispetto per cavalieri e cavalli e d’amore per la Quintana. Perché l’amore per la Quintana non va solo dimostrato a chiacchiere: va praticato con i fatti.
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