di Giuseppe Di Marco
Massima solidarietà a Giorgio De Vecchis: è quanto esprimono cinque consiglieri di minoranza sulla questione delle registrazioni riguardanti il caso Picenambiente, cui aveva fatto riferimento lo stesso De Vecchis nel question time di marzo.
A fine giugno, l’Amministrazione comunale ha dato mandato ad un legale esterno di accertare se sussistessero eventuali profili di illiceità civili o penali a carico di un membro del consiglio, del soggetto che ha registrato l’audio delle conversazioni, e di altri soggetti eventualmente coinvolti. Poco prima dell’ultimo Consiglio, quindi, De Vecchis aveva richiesto l’accesso agli atti, ma durante l’assise protestava per non aver ottenuto i documenti richiesti.
Ad oggi non è ancora dato sapere cosa dica il parere del legale, e parte della minoranza insorge. A dire la loro sono Luciana Barlocci, Simone De Vecchis, Aurora Bottiglieri, Paolo Canducci e Annalisa Marchegiani: «Invece di prendere una posizione ferma e decisa sul contenuto delle registrazioni e sulle modalità con le quali il dipendente si confronta con l’Amministrazione, il sindaco ha pensato bene di impegnare fondi del bilancio comunale per chiedere un parere legale in merito alla condotta del consigliere De Vecchis. Perché? Lo si vuole forse intimidire unitamente a tutta l’opposizione? Se questo è l’obiettivo non dichiarato, il sindaco può essere certo che continueremo a svolgere al meglio il nostro ruolo di indirizzo e controllo, come previsto dalla legge e come richiestoci dai cittadini, per garantire il doveroso confronto democratico tra maggioranza e opposizione nell’interesse della città».
Continuano i consiglieri di minoranza: «Colpisce, altresì, l’ingiustificata diversità di trattamento che l’Amministrazione ha applicato nel caso della diffida ricevuta da tutti i consiglieri comunali dal legale di un privato interessato all’approvazione di una delibera consiliare. Di fronte a una quantomeno anomala pressione esterna, che avrebbe potuto minare il sereno dibattito sul punto all’ordine del giorno, non si è chiesto un parere legale per verificarne la legittimità e le possibili azioni a tutela del Consiglio ma ci si è limitati a inviare alla Procura della Repubblica per conoscenza una copia della diffida, accompagnata da una stringata lettera di presentazione».
Barlocci, Bottiglieri, De Vecchis, Canducci e Marchegiani riferiscono di aver fatto a loro volta richiesta di accesso agli atti per approfondire la vicenda. Ma non finisce qui: «Non lasceremo nulla al caso – concludono – e se necessario interesseremo della questione tutte le autorità competenti, al fine esclusivo di tutelare l’immagine e le prerogative del Consiglio comunale e in particolare dell’opposizione».
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