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Detenuto suicida a Marino, non ci sono colpe del personale carcerario

ASCOLI - Il giovane si impiccò nella sua cella la mattina dell'8 dicembre 2021. Secondo il tribunale non c'è stato omesso controllo degli operatori
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L’8 dicembre 2021, durante la Festa dell’Immacolata, un giovane detenuto nel carcere di Ascoli si è suicidato impiccandosi nella sua cella. Questo tragico evento ha portato sotto processo la direttrice del carcere, un medico, il comandante del reparto di alta sicurezza 3, un addetto alla vigilanza e un assistente.

 

Accusati di omicidio colposo, dovevano rispondere dell’omesso controllo che avrebbe potuto prevenire il suicidio. Tuttavia, il giudice Annalisa Giusti ha assolto tutti gli indagati, sostenendo che, nonostante il suicidio fosse astrattamente prevedibile data la fragilità psichiatrica del detenuto, non lo era concretamente.

 

Il detenuto, già due giorni prima del suicidio, aveva mostrato segni di volerla fare finita. Secondo la Procura, i cinque operatori non avrebbero adottato tutte le misure necessarie per prevenire il suicidio, sottovalutando le ideazioni autolesive e i sintomi della sua depressione e pregresso uso di sostanze.

 

L’avvocato Simone Matraxia

Gli avvocati difensori  Simone Matraxia, Silvana Sabatini, Domenico Conti, Stefano Chiodini, Stefano De Filippo, Savino Piattoni, difensore degli indagati, hanno sostenuto che erano state adottate misure di tutela come la stretta sorveglianza, ripetute visite mediche, l’interessamento del funzionario pedagogico e il supporto degli altri detenuti. Una tesi riconosciuta a che dal giudice che ha tenuto conto anche del breve lasso di tempo tra la manifestazione dell’intento suicidario (la sera del 6 dicembre) e il suicidio (mattina dell’8 dicembre), concludendo che non c’era una responsabilità diretta degli indagati.


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