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Ripulisce a mani nude un’aiuola: aveva sentito due turisti lamentarsi per la scarsa pulizia urbana

SAN BENEDETTO - Scatto d’orgoglio di uno storico residente, mosso da alcuni commenti negativi ascoltati casualmente in pieno centro. Uno sprone verso l’amministrazione comunale a fare di più sul fronte del decoro urbano
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L’azione del signor Camela

Dove non arrivano gli addetti ai lavori, arrivano i cittadini orgogliosi. Davvero un singolare episodio quello avvenuto pochi giorni fa in pieno centro. Ad esporcelo è direttamente il protagonista, Enzo Camela, storico residente di San Benedetto. L’uomo ci racconta che, mentre stava in relax lungo l’isola pedonale, aveva ascoltato fortuitamente la conversazione di due villeggianti di passaggio: «Parole molto negative – racconta Camela -. Dicevano che era la loro prima e ultima volta in città, perché l’avevano trovata sporca e dal verde trascurato. Ascoltando certi discorsi mi sono sentito ferito, offeso nel mio orgoglio di sambenedettese. Mi si è mosso qualcosa dentro, non potevo più stare fermo come se niente fosse. Ho deciso di fare la prima cosa che potevo per migliorare la situazione».

Così, procuratosi un sacco dell’immondizia, s’è messo a ripulire l’aiuola presente all’incrocio delle vie Giovanni da Procida e Mazzocchi: cuore del quartiere Albula Centro. A mani nude, ha strappato delle erbacce e tolto di mezzo della sporcizia che si era accumulata nel corso del tempo. «Spero solo che questa mia azione dia una scossa all’amministrazione comunale – sottolinea ancora l’uomo – che dovrebbe fare molto di più per mantenere in ordine almeno le zone a maggior impatto turistico della nostra città».

Non è la prima volta che dei privati cittadini decidono di fare qualcosa per migliorare gli spazi pubblici della Riviera. Nel 2021, ci fu un’iniziativa spontanea lanciata dal commerciante ambulante Francesco Costantini. Armato di tutto il necessario per dare nuova vita a due vasi inutilizzati lungo le storiche balaustre del lungomare Nord, Costantini aveva incitato tutti i sambenedettesi a diventare parte attiva nella cura della città. Così è nata questa trovata, chiamata “Adotta anche tu un vaso delle balaustre!”. Lui aveva piantumato dei piccoli aloe.  A stretto giro, venne seguito dall’ingegner Carmelo D’Ancona (residente in zona via Dari) che decise di sistemare delle aiuole dissestate nelle vicinanze di casa sua.

Nel 2018, invece, dei volontari dell’Associazione pescatori sambenedettesi, coordinati da Federico Falaschetti, intervennero lungo viale Buozzi. Loro tirarono a lucido il cosiddetto “basamento dei pescatori”: parte di uno storico cartello stradale, dono alla città dei marinai degli Anni Trenta. Ancora più indietro nel tempo: 10 anni fa, nel 2014, un cittadino che preferì rimanere anonimo aveva ridato vita ad altre due aiuole pubbliche abbandonate di via Mazzocchi (vicino al pontino) piantando personalmente fiori, cactus e altre piantine.

L’amministrazione di allora voleva cogliere la palla al balzo per far partire un  progetto di “Social Street”: termine che, tradotto dall’inglese, vuol dire “strada sociale”. Il termine è inglese, ma la trovata è Made in Italy e prende le mosse da un’arteria di Bologna (via Fondazza) dove i residenti si sono coalizzati, mettendo in pratica iniziative ed eventi per migliorare la loro strada e favorire rapporti di buon vicinato.

«Fermo restando che è dovere dell’ente municipale mantenere il decoro urbano, per il quale i cittadini pagano le tasse, credo che favorire un’iniziativa simile serva soprattutto a rafforzare il senso d’appartenenza ad una comunità» disse l’assessore alle politiche sociali di allora, Margherita Sorge. Il progetto, però, è rimasto del cassetto delle belle idee irrealizzate. Intanto (verrebbe da dire: per fortuna)  tra i sambenedettesi c’è ancora chi, come il signor Enzo, decide di mettersi in gioco per la propria città.


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