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Per un giorno davanti all’obiettivo: Barbara Tanucci, castellana di Monte Pasillo

QUINTANA - La fotografa è stata scelta per rappresentare il Castello di Comunanza nell'edizione del 4 agosto
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Barbara Tanucci

 

 

di Elena Minucci

Dame, nobildonne, donne guerriere, amazzoni e castellane, l’esercito “rosa” della Quintana sta per rimettersi in marcia in vista del clou di domenica 4 agosto. Per quanto riguarda i Castelli, dopo Force, Acquasanta Terme e Roccafluvione, ecco ora Comunanza, uno dei castelli più “giovani”, a presentare la sua castellana.

Si tratta di Barbara Tanucci, chiamata da tutti in tono affettuoso “la Tanuccia”.

Cinquantadue anni, nella vita svolge ben due lavori: in primis gestisce insieme al fratello Alessio l’azienda che fu del padre Gedeone, e conosciuta per la lavorazione del rame.

Ma l’attività che la rende più attiva e operativa è quella da fotografa. Non a caso si definisce “un’artigiana”: «In questi ultimi anni, fotograficamente parlando, mi sono occupata molto del Piceno. Mi è stato assegnato dal Bim Tronto il progetto di “Mete Picene” associazione che promuove il turismo locale. Questo lavoro mi ha dato la possibilità di fotografare e conoscere borghi, tradizioni, artigiani, natura, musei, spettacoli e tanto altro che fino a quel momento non conoscevo del nostro territorio».

Un vero e proprio debutto il suo, nel corteo storico della Quintana di Ascoli, in occasione del Settantennale di una manifestazione che Barbara conosce molto bene per via del suo lavoro e che quest’ anno vedrá non più da dietro l’obiettivo ma da protagonista.

Che emozione ha provato quando è stata chiamata a vestire i panni della castellana?

«Questo ruolo l’ho visto un po’ come la “ciliegina sulla torta” nel compimento di questo amore che ho per il territorio e soprattutto per la mia Comunanza. Ho visto sempre la Quintana da dietro l’obiettivo, ma quest’anno con le gambe che mi tremeranno per l’emozione, la vedrò da un altro punto di vista. Sono sinceramente onorata di rappresentare il mio paese, spero solo di essere degna di questo ruolo che rispetto e di cui vado sinceramente fiera».

A chi dedicherà questa esperienza?

«Avrei desiderato tanto che ci fosse stato mio padre, conosciuto per l’impegno che metteva in tutte le attività che caratterizzavano il paese. Alzerò con fierezza il volto dedicando a lui la mia sfilata, mentre il mio sorriso va ai miei nipotini Enrico e Margherita appassionati di cavalieri e principesse».



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