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Lo Iom ospite speciale al convegno nazionale “Prevenzione e stili di vita”

ASCOLI - La presidente Ludovica Teodori è stata invitata all'evento di Pesaro per testimoniare del lavoro svolto in oltre 27 anni di attività nel territorio del piceno. Il supporto fondamentale della Komen, che ha finanziato diversi laboratori di recupero psico-fisico rivolti a donne con carcinoma mammario
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Delegazione dello Iom

 

Sabato 20 luglio si è tenuto a Pesaro il convegno “Prevenzione e stili di vita” organizzato dalla Susan G. Komen Italia. Nella città della cultura 2024 si sono incontrati professionisti, medici, associazioni, pazienti, istituzioni per confrontarsi sull’importanza della cultura nella riabilitazione oncologica attraverso progetti ed iniziative rivolte al benessere dei pazienti oncologici.

Foto con la presidente Teodori, seconda da sinistra

 

La presidente dello Iom Ludovica Teodori, è stata invitata per testimoniare del lavoro svolto in oltre 27 anni ti attività nel territorio del piceno, grazie anche al supporto della Komen che ha finanziato diversi laboratori di recupero psico-fisico rivolti a donne con carcinoma mammario.

 

Lo Iom infatti, fin dalla sua nascita ha sempre avuto un focus specifico su tale patologia e nel 1999 è nato il Progetto Pentesilea, laboratorio teatrale sperimentale della trasformazione per rimuovere la paura del cancro al seno, sovvenzionato per il primo anno, dalla Presidenza del Consiglio, Dipartimento affari sociali.

 

Tale progettualità nasce dalla convinzione che la cura passi attraverso una molteplicità di azioni che coinvolgono la persona a 360° volte a migliorare la qualità di vita anche, anzi soprattutto, durante la malattia, attraverso un percorso il più possibile trasversale che coinvolga le diverse dimensione del sé. La parola chiave è come: non quando o quanto. Non quando morirò o quanto vivrò, ma come vivrò, come sto vivendo, come vivo in questo momento.

 

In questi anni oltre 200 donne hanno avuto la possibilità di usufruire gratuitamente di tali percorsi. Donne che grazie alla condivisione e al sostegno del gruppo si sono riappropriate non solo del loro corpo spesso violato, ma anche di una dimensione sociale ed umana grazie ad una crescita interiore.

 

«L’idea alla base, rivoluzionaria per il nostro territorio, era quella di veicolare la cultura della prevenzione e di utilizzare proprio la cultura, in tutte le sue manifestazioni, come mezzo di trasformazione e crescita per una nuova visione del sé e del mondo circostante – spiega la Teodori -. È stata un’esperienza entusiasmante e ricca di spunti per le progettualità future e soprattutto sono stata lusingata dal grande interesse rivolto alle nostre numerose iniziative, considerate antesignane e di grande valore».


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