di Marco Braccetti
Ombrelli aperti, ombrelloni chiusi; con un’apparizione che evoca le più antiche leggende della marineria sambenedettese. Come previsto dal meteo, questo lunedì (22 luglio) è iniziato nel segno della pioggia. Il maltempo non ha causato problemi particolari ma ha generato un fenomeno atmosferico insolito.
Durante la mattinata, in mare aperto, all’altezza di Grottammare, è stata avvisata una tromba marina, radicata nel folklore della marineria locale con il temuto nome di “Scjiò”. Il maltempo ha caratterizzato soprattutto la prima parte della giornata, mentre già a partire dal pomeriggio il sole è tornato a farsi strada tra le nuvole. E sarà così anche per i prossimi giorni. Ma, per fortuna, la canicola africana che ha imperversato durante questo torrido luglio dovrebbe tenersi lontana dalle nostre latitudini. Almeno nell’immediato.
Per domani e dopodomani, l’ultimo bollettino sulle ondate di calore emesso dalla Protezione civile regionale indica su San Benedetto il “bollino giallo”: «Sono previste temperature elevate che non rappresentano un rischio rilevante per la salute della popolazione, ma che possono precedere condizioni di rischi». Secondo alcune proiezioni meteo, si dovrebbe ricominciare a boccheggiare già nei prossimi giorni. Il treno dell’estate 2024 potrebbe tornare presto a marciare su roventi binari.
Tornando alla tromba marina: come accennato prima, questo è uno dei fenomeni meteo più temuti dai marinai del passato che avevano escogitato riti e procedure per evitare il peggio.
«Nei casi in cui una minacciosa tromba marina sopraggiungeva d’improvviso in seguito ad un fortunale – spiegano gli esperti del Museo del Mare – i vecchi pescatori sambenedettesi, seppur timorosi dei suoi esiti, sapevano come sconfiggere questa forza della natura. Infatti un marinaio, con un coltello dalla lunga lama affilata, si posizionava ritto sulla prua, volto verso lo scijò, e pronunciando alcune parole, tracciava nell’aria un immaginario taglio che divideva in due parti la tromba. I tagliatori dello scjiò potevano essere solo quei marinai primogeniti, all’interno di uno stesso nucleo familiare, che avevano imparato la formula, in segreto, da un precedente tagliatore. Secondo la tradizione la formula recitava: “per la potenza del Padre, per la sapienza del Figlio, per la virtù dello Spirito Santo, con questo io ti taglio”».
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