di Luca Capponi
Dagli immancabili De André e Gaber, tappe fisse del suo repertorio, fino ad Ivan Graziani, Ligabue, De Gregori e Bennato, con cui sceglie di aprire il concerto cantando “La fata”.
Proprio quel Bennato che, agli albori della carriera, scelse come punto di riferimento durante le prime esibizioni. Già, l’attore che esordisce nelle vesti di musicista. Siamo negli anni ’80, e a fare da talent scout c’era il compianto Giancarlo Guardabassi, storica figura discografica scomparsa qualche giorno fa, marchigiano anch’egli.
«Fu lui a lanciarmi», conferma Neri Marcorè dal palco parlando del vecchio amico, mitico fondatore di Radio Aut.
È uno dei tanti momenti da ricordare del concerto che il buon Neri ha tenuto nella serata di giovedì 25 luglio a Offida, a chiusura della due giorni del Bivio Art Festival di Borgo Miriam. Una chiusura affollata, dopo la prima giornata con la band de ISoci, da “ciliegina sulla torta”, verrebbe da dire, grazie ad una performance di livello e ad un’atmosfera particolare. La situazione del Baf Festival, ormai rodata, è infatti di quelle giuste. Musica di qualità, spazi per mangiare e bere bene, laboratori ed accoglienza per tutti, bambini compresi, ad ingresso gratuito. Merito dallo sforzo congiunto dell’associazione ricreativa “Miriam” e del Comune, che negli anni ha portato ospiti di rango arrivando a fare del festival uno dei punti di riferimento dell’estate offidana e non solo.
Tornando al concerto di Marcorè, come sempre anfitrione e performer di caratura, durante la serata non è mancata neanche “Un marchigiano a Londra“, versione parodia in dialetto di “Englishman in New York” di Sting, divenuto tormentone nel 2017, dopo l’esecuzione tutta da ridere nel programma Radio2 Social Club dell’amico Luca Barbarossa.
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