L’assemblea legislativa delle Marche ha approvato all’unanimità una risoluzione che prevede il divieto lavorativo tra le 12.30 e le 16 per «lavoratori esposti al sole» con «attività fisica intensa», al fine di proteggerli dai rischi derivanti dall’innalzamento delle temperature allo scopo di evitare possibili conseguenze gravemente pregiudizievoli per incolumità degli stessi.
«Un atto importante e di dignità – affermano le capogruppo del Pd e M5S Anna Casini e Marta Ruggeri – determinato da una mozione dei due gruppi assembleari, che vuole tutelare la salute dei lavoratori esposti per lunghi periodi di tempo alle radiazioni solari, a rischio quindi di stress termico e colpi di calore con esiti potenzialmente anche letali soprattutto nei settori per i quali il lavoro viene svolto prevalentemente in ambiente esterno».
«Sono diverse le regioni che si sono già da tempo attivate – proseguono le esponenti Pd e M5S – e non capiamo il ritardo delle Marche, regione colpita in maniera diretta dal caldo, tanto che in questi giorni ci sono state tantissimi bollettini meteo che hanno previsto ondate di calore sulla nostra regione indicate dal “livello 3” (rosso)».
«Vogliamo ringraziare i sindacati che già tempo fa hanno scritto una missiva all’assessore regionale competente per chiedere uno stop lavorativo nelle ore più calde, così come speriamo che a seguito di questo atto bipartisan del consiglio regionale – concordano Casini e Ruggeri – la Giunta regionale possa emanare nel minor tempo possibile, in maniera concertata, un atto a tutela delle tante lavoratrici e lavoratori sottoposti a stress termico».
Sulla questione si erano espresse anche Cgil, Cisl e Uil regionali: le rappresentanze sindacali, che da tempo avevano sollecitato la Regione Marche a emettere un’ordinanza contro lo stress termico, hanno incontrato questo pomeriggio il governatore Acquaroli con gli assessori Antonini e Aguzzi. Nel corso dell’incontro, al quale hanno preso parte anche le associazioni datoriali, è emersa la necessità di ragionare e confrontarsi su un provvedimento non emergenziale. «Un’ordinanza per impedire i lavori all’aperto nelle ore più calde e afose della giornata, dalle 12.30 alle 16, serve per tutelare la salute dei lavoratori e per prevenire gli infortuni – spiegano i segretari Giuseppe Santarelli, Marco Ferracuti e Claudia Mazzucchelli – Una doverosa tutela dei soggetti più deboli che operano nei settori agricolo, edile ma non solo, costretti a svolgere il loro lavoro in condizioni climatiche estreme».
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