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“70 anni di Quintana, una vita di passione”: il disegno di Solestá in ricordo di Patrizio Zunica

ASCOLI- Tantissimi i ragazzi presenti fino alla mattina per realizzare il disegno del ponte romano, simbolo del sestiere gialloblú, che omaggia il console, a quasi un anno dalla sua scomparsa
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I ragazzi di Solestà davanti al ponte

di Elena Minucci 

 

Una dedica, un ricordo, un omaggio ad un sestierante che ha segnato la storia della Quintana: Patrizio Zunica. È ciò che hanno realizzato i ragazzi di Porta Solestà,  dipingendo il ponte romano, simbolo del sestiere.

 

Numerosi i sestieranti gialloblù, piccoli e grandi, che hanno contribuito alla sua realizzazione fino alle prime luci dell’alba. Tanti quelli che hanno voluto essere lì  per omaggiare il console Patrizio Zunica, venuto a mancare il 21 agosto scorso.

 

Il disegno,  è stato infatti dedicato a lui e alla sua memoria. Un tripudio di colori ma soprattutto di emozioni per una vera e propria opera d’arte.

 

«La prima figura del disegno rappresenta una madre che  avvolge uno dei suoi figli appena nati – spiegano Alessandro Forgione e Edoardo Pavoni autori del capolavoro – la donna simboleggia la Quintana e il neonato invece, Patrizio, il nostro console scomparso.

Questa figura è la base del concetto che volevamo esprimere: nell’anno in cui la Quintana è diventata madre di sei suoi figli, ossia i sestieri, nello stesso anno nasce Patrizio.

Dietro di loro nello sfondo appare una notte stellata che rimanda all’opera di Van Gogh. Da lì inizia l’immaginario di quella che sarà la vita del neonato, e la notte stellata è rappresentata per spiegare che quel pensiero,  è un pensiero puro di un bimbo che sogna, privo di schemi razionali che invece, appartengono agli adulti.

Abbiamo disegnato anche il tempietto di Sant’Emidio Rosso perché è in quel luogo che il solestante ha il suo battesimo da quintanaro. Dal cielo passiamo oltre, collegando la luna al sole che diventa il nucleo del vestito di questo uomo nelle vesti di tamburino e qui si entra nell’immaginario adulto di quello che sarà il ruolo di questo bimbo, all’interno della Quintana.

Coloro che  hanno conosciuto e raccontato la sua vita per prendere spunti, ci hanno detto che prima di essere console, era un tamburino, era infatti un’ amante della musica in ogni sua forma. L’ ultima figura, quella da console, rappresenta la parte finale di questa vita che si conclude con una delle figure più importanti della Quintana.

Sul suo mantello, abbiamo inserito la parte finale del bando che il console annuncia per le vie del quartiere, chiamando a lui il suo popolo solestante. Lui è di spalle,  a simboleggiare che  “tornare indietro nella vita non si può, ma possiamo continuare noi la sua strada”, omaggiando quindi  il valore alla sua vita vissuta nella Quintana».

 

“70 anni di Quintana, una vita di passione”, questo il titolo che Alessandro Forgione, Edoardo Pavoni e tutta la squadra ha voluto dare al disegno, che rappresenta la storia di  Patrizio Zunica, dalla sua nascita fino al suo ricordo.

 

Il disegno inizia dal basso: un bimbo appena nato avvolto nelle braccia della madre Quintana. Subito dopo, la proiezione di quello che sarà la sua spettacolare vita, passando poi alla celebrazione del battesimo del solestante con la rappresentazione del  tempietto di Sant’ Emidio Rosso fino allo scenario stellato di Van Gogh per dare magia a qualcosa che non rappresenta la realtà ma all’immaginazione del bimbo.

 

 La luna in cielo si unisce al sole rappresentato  sul vestito di questa figura senza volto, che simboteggia Patrizio Zunica da adulto nelle vesti di tamburino.

E infine il lungo mantello del vestito da console  con le celebri parole del suo amato bando: “Solestanti, nel giorno della sfilata lungo le vie della città, applaudite con gioioso ferbore i colori del glorioso sestiere. Solestanti Viva Porta Solestà”.


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