di Giuseppe Di Marco
Per assurdo che possa sembrare, l’aria della Riviera, nel mese appena trascorso, è stata meno intrisa di determinati agenti inquinanti. Nello specifico, come rileva l’Arpam, dal particolato Pm10.
La concentrazione di queste polveri sottili, infatti, risulta di gran lunga inferiore rispetto a quanto visto nella prima metà del 2024, e in special modo nel primo quadrimestre, in cui è stata registrata la maggior parte degli sforamenti.
Più nel dettaglio, il valore minimo è stato di 7 µg/m3 (4 luglio), mentre quello massimo di 33 µg/m3, raggiunto il 9 luglio e mantenuto fino all’11. A parte un altro caso, però, i valori si sono sempre mantenuti al di sotto dei 30 microgrammi.
A giugno la minima era stata di 11, mentre la massima di 56, il che rappresenta uno sforamento. Solo maggio – che comunque è un mese primaverile, meno interessato da flussi turistici – presenta una minima inferiore – 3 µg/m3 – ma una massima ben più alta – 41 – rispetto a quella di luglio. Nei primi quattro mesi del 2024, quindi, si sono verificati ben sei sforamenti.
Com’è possibile ridurre ancora di più le concentrazioni di polveri sottili? Diminuendo i volumi di traffico motorizzato, che inevitabilmente impattano sulle rilevazioni dell’agenzia marchigiana. Per questo sarà necessario puntare sull’utilizzo di mezzi leggeri e sulla pedonalizzazione del centro cittadino.
A tal proposito, si spera che il Pums (Piano urbano per la mobilità sostenibile) funga da valido supporto teorico per progettare una San Benedetto più ciclabile e meno immersa nello smog.
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