La direttiva Bolkestein incombe sul settore balneare italiano, ma anche su altre attività che sorgono su suolo demaniale come ad esempio edicole o alberghi. Venerdì 9 agosto infatti i principali sindacati italiani della categoria hanno indetto una manifestazione nazionale di contestazione all’immobilismo del Governo Meloni in merito all’argomento, ampiamente trattato, invece, a partire dall’attuale Presidente del Consiglio durante l’ultima campagna elettorale.
Il prossimo 31 dicembre, infatti, decadono le concessioni balneari e mentre il Governo non ha effettuato alcuna scelta, i Comuni e le Regioni si stanno muovendo in maniera autonoma, tra chi resta in attesa di indicazioni del governo e chi, invece, sta già predisponendo le aste, in un caos organizzativo e di applicazioni della materia che rischia di essere impugnato, in un caso o nell’altro, per eventuali difformità rispetto a una legge nazionale che al momento però manca.
I sindacati che hanno proclamato lo sciopero sono Sib Fipe Confcommercio e Fiba Confesercenti: Si tratta di un gesto che, con l’intento di ottenere la massima efficacia con il minimo disagio per la clientela, mira a sensibilizzare gli organi di Governo e la politica, che sembrano non stimare la gravità della situazione in cui si troverà il sistema turistico balneare italiano, in applicazione della Direttiva Bolkestein. Sul tema, le Associazioni non hanno ottenuto fin ora né risposte chiare né indicazioni specifiche.
In mancanza di una legge statale, gli altri scioperi degli ombrelloni si svolgeranno il 19 agosto per quattro ore e poi il 29 agosto per sei ore.
Nel pieno della stagione turistica e presi dalle attività lavorative, non sta emergendo al momento da parte dei concessionari della Riviera delle Palme e di San Benedetto una unitarietà su questo tipo di protesta. Le prossime ore saranno decisive per capire se vi sarà una partecipazione massiccia oppure a macchia di leopardo o peggio si preferirà aprire gli ombrelloni anche nel primo mattino.
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