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Foce del Tronto inquinata: Legambiente lancia un nuovo allarme, in zona già attivo un divieto di balneazione

SAN BENEDETTO - Presentati i dati dei campionamenti effettuati da Goletta Verde. Cozzano con quelli dell’Arpam che indicano come “eccellenti” le acque marine intorno al fiume. Tutto sta nel punto esatto dove si fanno i prelievi
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La foce del fiume Tronto

 

di Marco Braccetti

 

Volendo brutalizzarla in una battuta un po’ cinica, si potrebbe dire: la vera notizia sarebbe se la foce del Tronto fosse stata pulita. Ecco una chiave di lettura davanti ai dati rilevati da Goletta Verde di Legambiente nel corso della sua campagna estiva 2024.

Goletta Verde

 

L’opera dell’associazione ecologista ha riguardato tutta la costa marchigiana. Noi ci soffermiamo su quella Picena dov’è stato, fortunatamente, rilevato un solo ed unico punto di criticità. Ossia la foce del Tronto. Che l’acqua in quei paraggi non sia griffata Evian lo si sa da anni. Non a caso, ad ogni inizio di stagione, il sindaco emette un’ordinanza che vieta la balneazione nei 170 metri di costa proprio a partire dalla foce del Tronto.

 

Legambiente ha effettuato il suo prelievo lo scorso 18 luglio e, pochi giorni dopo (esattamente lunedì 22 luglio) l’Arpam ha effettuato un suo campionamento. Di quelli che, in maniera standard, effettua più volte ogni estate. Ebbene, quei risultati hanno sancito che l’acqua marina nell’area della foce del Tronto ha parametri eccellenti.

 

Come mai tale discrepanza? Il nodo potrebbe stare nel punto dove viene prelevata l’acqua. Più è vicino alla foce, più – ovviamente – i valori d’inquinamento da Enterococchi intestinali ed Escherichia coli risulteranno maggiori. Certo, questa cosa non è una “giustificazione” affinché tutto resti così com’è. Anche perché siamo in un’area naturalistica protetta (quella della Sentina) e, dunque, gli sforzi per mantenere alto il livello di salubrità complessiva dell’ecosistema non sono mai troppi. In ogni modo, già in passato i report dell’associazione ecologista hanno fatto discutere lungo la Riviera delle Palme. Nel 2019, l’allora assessore all’ambiente Andrea Traini stigmatizzò i risultati dei campionamenti effettuati alla foce dell’Albula.

 

Nel monitoraggio di quest’anno, il torrente a Nord di San Benedetto non ha registrato problemi e questa è comunque una buona notizia. Complessivamente, nella costa marchigiana sono emersi: 3 punti critici. Oltre al Tronto, la foce del fiume Esino in località Rocca Priora a Falconara Marittima e la foce del fiume Tenna a Porto Sant’Elpidio.

 

«Registriamo il miglioramento dei dati sulla qualità delle acque delle coste marchigiane rispetto all’anno scorso quando i punti risultati oltre i limiti di legge erano ben 6, la metà dei punti campionati complessivamente – dichiara Marco Ciarulli, presidente Legambiente Marche -. Questo trend, però, di certo non ci deve fare abbassare la guardia perché sappiamo bene che le foci dei fiumi sono il tallone d’Achille del nostro territorio. Chiediamo alle autorità e alle amministrazioni locali uno sforzo in più per efficientare la rete fognaria e gli impianti di depurazione ma soprattutto nell’effettuare maggiori controlli per individuare eventuali scarichi abusivi, i controlli dovrebbero essere estesi anche alle aree dell’entroterra».


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