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Corso di formazione in barca, la Cgil: «Dalla Natalini giustificazioni sconcertanti»

ASCOLI - Non si placa la polemica sui soldi spesi dall'Ast sulla "attività di team building" svolta a bordo di un natante in Toscana. Il segretario Rossi: «Non è ammissibile che un direttore si attribuisca le responsabilità sulla base della convenienza delle decisioni assunte, potendo celarsi dietro ad un “non sapevo” per giustificare il suo operato»
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Non si placa la polemica del corso di formazione in barca a vela di alcuni dipendenti dell’Azienda Sanitaria picena (leggi qui). A dire la sua è anche la Cgil, attraverso il suo segretario Viola Rossi.

Viola Rossi

 

«Sconcertano le parole della direttrice generale Natalini dal momento in cui afferma che non sapesse nulla – spiega -. Sconcertano in primis perché non è ammissibile che un direttore si attribuisca le responsabilità sulla base della convenienza delle decisioni assunte, potendo celarsi dietro ad un “non sapevo” per giustificare il suo operato. In secundis, lascia basiti anche ciò che questo sottende: scelte programmatiche che incidono sulle risorse – già scarse – a disposizione dell’Ast, non sarebbero a conoscenza dell’apice dell’azienda».

 

«Eppure – continua Viola Rossi – non tutte le proposte di formazione sono state avallate e sostenute dall’azienda e sebbene venga giustamente operata una selezione di quelle finanziabili, questa non solo è stata supportata, ma inserita addirittura tra quelle prioritarie e considerata quale obbligatoria con non pochi dubbi rispetto all’applicazione del regolamento vigente in tema di formazione e aggiornamento del personale».

 

«Ma al di là di questi aspetti, ciò che in maniera eclatante emerge da tutta questa vicenda, è il paradosso che di fatto si è venuto a creare – va avanti -. Mentre l’Ast spendeva oltre 4.400 euro  per “porre le basi per creare forti legami interpersonali” e “migliorare la coesione tra i membri della tua organizzazione” ad iniziativa del dirigente delle Professioni Sanitarie Area Tecnica, proprio in quei giorni, nei reparti di Radiologia di Ascoli e San Benedetto, scoppiavano le proteste perché le scelte organizzative di ridurre il personale nei due reparti durante i turni notturni, non solo non era stata condivisa, ma neppure presentata in maniera opportuna al personale Tsrm tanto che, in ben due riunioni di confronto sindacale, una folta delegazione di tecnici presiedeva fuori l’aula per manifestare il suo dissenso».

 

«Nonostante ciò – ribadisce la Rossi – seppure la direzione generale fece pubblicamente, pochi giorni dopo, un (mezzo) passo indietro dichiarando che avrebbe reintegrato, per lo meno per la Radiologia di San Benedetto, il secondo tecnico notturno per i mesi di luglio e agosto, di quella figura aggiuntiva, ad oggi, non se ne vede neppure l’ombra».

 

«In definitiva – conclude –  con un personale tecnico sanitario messo all’angolo dalle scelte della dirigenza, con un personale sotto organico a cui si chiedono continui rientri in reperibilità notturna e a cui addirittura, beffa delle beffe, stanno giungendo in questi giorni valutazioni che definiscono peggiorata la qualità della loro prestazione in controtendenza rispetto agli sforzi immani che l’azienda gli richiede, ci sentiamo di poter affermare che, per lo meno per la dirigenza interessata, questa formazione non ha sortito gli effetti sperati».

 

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