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Sciopero degli ombrelloni, Giorgio Fede: «Il governo non è in grado di gestire il problema»

SAN BENEDETTO - Il deputato critica aspramente l'operato dell'esecutivo nazionale a trazione Fratelli d'Italia: «Tante promesse, zero risultati. Speriamo che gli italiani se ne ricordino alle elezioni»
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Giorgio Fede

 

Lo sciopero dei balneari non è passato inosservato. Pur trattandosi di un’iniziativa circoscritta – ombrelloni e bar sono stati aperti con due ore di ritardo – l’episodio di protesta viene visto dalla minoranza come il segnale che Palazzo Chigi non sappia che direzione prendere per risolvere la questione dei concessionari di spiaggia.

 

Fra le voci più critiche c’è quella dell’onorevole Giorgio Fede, secondo cui il governo «non è in grado di gestire il problema». Il parlamentare rammenta che la direttiva Bolkestein venne ratificata proprio durante il governo Berlusconi, di cui Giorgia Meloni era ministro.

 

«Eppure la categoria volle illudersi – commenta il deputato – Poi, una volta al governo, non è stato fatto nulla. Anche ieri si aspettava una decisione ma non è avvenuto niente, dopo che da due anni il settore è in crisi perché in questo clima d’incertezza non si fanno investimenti, mentre Comuni e Regioni si muovono in ordine sparso, e noi come italiani pagheremo per la procedura d’infrazione. Un disastro. Ma finalmente chi ha creduto alla Meloni si sta ricredendo».

 

Quello descritto da Fede è un contesto di crisi: «Quest’anno tra l’altro si preannuncia un calo drastico delle presenze di turisti italiani» continua il deputato, che ricorda «il caro mutui, il caro bollette, la perdita del sostegno per chi è in difficoltà, il crollo dell’edilizia per i blocchi al superbonus che trainava gran parte dell’economia».

 

Conclude l’onorevole: «Purtroppo c’è un fallimento su tutta la linea, speriamo solo che dopo tassisti, edili, persone in difficoltà e ora anche i balneari, sempre più cittadini italiani si rendano conto delle tragiche conseguenze delle azioni sconsiderate di questo governo, e se ne ricordino alle prossime elezioni».


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