L’Anpi è da sempre presente nelle scuole di ogni ordine e grado per divulgare e trasmettere alle nuove generazioni la storia della Resistenza, unica vera radice della nostra Democrazia, della nostra Libertà e della nostra Costituzione. Un ruolo che svolge con estremo piacere, impegno e soddisfazione.
Quando poi le parti si invertono e i relatori della Storia diventano gli studenti tutte queste sensazioni si moltiplicano. «È il caso di questa bellissima storia che è venuta a conoscenza grazie alla pronta segnalazione del nostro sindaco Marco Fioravanti che, riconoscendo i valori cui questa storia si riferisce, ha subito pensato di farne partecipe la nostra Associazione», si legge in una nota dell’Anpi di Ascoli che ha voluto rendere merito ad una studentessa che ha presentato la sua Tesi di Laurea descrivendo la Resistenza Partigiana nel nostro territorio.
Nessuno meglio della protagonista può descrivere questo lavoro ed è giusto e doveroso farlo riportando le sue stesse parole:
«Mi chiamo Romina Procaccini. Il 17 luglio ho conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Politiche Internazionale presso l’Università degli Studi di Teramo.
La mia tesi dal titolo “Il partigiano senza nome… La montagna che unisce…la Resistenza tra Ascoli e Teramo” è stata frutto di mesi e mesi di studio e di ricerca ed ha ottenuto in commissione di laurea il massimo dei voti.
Sono nata e vissuta a Campli, un comune della Provincia di Teramo, poi trasferita ad Ascoli per amore ed è proprio tra le antica mura di Ascoli che ho sentito il bisogno di approfondire, ricostruire e raccontare, nel profondo rispetto dei tanti che hanno studiato e raccontato la Resistenza, un tratto drammatico, ma glorioso e fertile della storia del nostro paese.
Una breve resistenza quella ascolana e teramana, ma che ha segnato il cuore dell’Italia.
Con le mie umili ricerche ed escursioni sono andata a ripercorre le battaglie dei Partigiani che in qualche modo hanno attraversato le mie due province, in particolare le montagne che le uniscono, dalla battaglia di Bosco Martese, fino alle montagne del Piceno con la battaglia di Colle San Marco e le stragi dell’acquasantano.
Ed è al “Partigiano senza nome”, titolo del mio manoscritto, che riposa tra le centinaia di lapidi del cimitero storico di Ascoli che voglio dedicare il mio lavoro, onorare il suo nome sconosciuto.
La nostra società in continua accelerazione spesso crea disorientamento, in particolar modo tra i giovani, per cui ritengo che oggi, più che mai, sia importante e necessario tornare a riflettere sui fatti, idee, valori, che hanno costituito una premessa fondamentale per la democrazia.
Questo lavoro lo dedico a mio figlio Lorenzo, di madre teramana e padre ascolano, che viva sempre nel ricordo della storia e mai nella pericolosa amnesia immobilizzante del presente».
Il plauso dell’Anpi di Ascoli: «Ti ringraziamo Romina, per il tuo lavoro e per la tua sensibilità ma soprattutto perché ci confermi che i nostri sforzi per trasmettere questi valori ai giovani, non sono vani e tu ne sei la prova. Infine un grazie al nostro sindaco per la sua segnalazione e per l’interesse affinché questa bellissima storia non rimanesse confinata nelle aule universitarie».
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