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Spagnulo ai domiciliari, l’indignazione della famiglia di Cianfrone: «Vergogna»

SPINETOLI - All'omicida concessi i domiciliari per motivi di salute. Francesca Cianfrone non ci sta: «Che lo allontanino da Spinetoli, lasciando noi liberi dalla rabbia e dalla paura, e lui in compagnia del suo rimorso»
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di Maria Grazia Lappa

 

L’arresto di Spagnulo

Giuseppe Spagnulo, condannato all’ergastolo insieme alla moglie Francesca Angiulli per l’assassino di Antonio Cianfrone, è agli arresti domiciliari, a Spinetoli, il teatro dello spietato omicidio. Il beneficio concesso dal magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia è basato su motivi di salute sui quali dovrà ora pronunciarsi il tribunale di Bologna.

 

Era la mattina del 3 giugno del 2020, quando Cianfrone, momentaneamente sospeso dal suo incarico di vice comandante della stazione dei carabinieri di Monsampolo, stava facendo jogging lungo la pista ciclopedonale di San Pio X a Spinetoli dove fu raggiunto da tre colpi di arma da fuoco che l’uccisero.

Antonio Cianfrone

 

La notizia della concessione dei domiciliari per motivi di salute ha provocato lo sconcerto dei familiari. A Spinetoli albergano sorpresa e rabbia, ma c’è anche tanta paura, soprattutto da chi è stato sfiorato da questa triste vicenda e fra i testimoni del processo concluso con la condanna definitiva all’ergastolo per Spagnulo e sua moglie Francesca Angiulli.

 

A rompere il silenzio sono le parole di Francesca Cianfrone, sorella di Antonio. «Questa decisione è stata un fulmine a ciel sereno – dichiara a Cronache Piceneun colpo al cuore. Ho avuto la notizia il 10 agosto, il giorno del compleanno di mio fratello Antonio, senza nessun preavviso. Mio fratello è stato ucciso per la terza volta. Voglio gridare al mondo intero la mia rabbia e la mia indignazione per questa ingiustizia».

 

Qual è il suo stato d’animo?

 

«In questa vicenda gli unici condannati all’ergastolo siamo noi parenti, che subiamo questo ennesimo schiaffo. Le nostre ferite non sono ancora rimarginate e si aggiunge anche questo ennesimo dolore. Spagnulo, invece, nonostante sia risultato colpevole di fronte alla legge per omicidio, è ora comodamente a casa. Mi chiedo: i figli di mio fratello, la sua compagna, i testimoni del processo, come possono stare tranquilli? Come può uno Stato permettere che dopo un omicidio così efferato, il condannato possa tornare serenamente in quei luoghi? Quanti anni ha scontato? Tre? Due? Invoco la tutela delle parti offese, tra l’altro non credo che mio fratello sia stato ucciso per rancore».

 

Antonio Cianfrone

 

Quindi?

 

«Dico, mia nipote mentre passeggia deve vedere chi ha ucciso il padre? Chiedo a chi rappresenta la legge: è umano tutto questo, è giusto? Antonio ha trascorso per il terzo anno il suo compleanno sotto terra, e noi possiamo solo piangere all’ombra della sua lapide, invece chi l’ha ucciso è a casa sua. Cosa devo dire? L’unica parola che ho sulle labbra è: vergogna!».

 

Cosa si aspetta?

 

«Che lo allontanino da Spinetoli, lasciando noi liberi dalla rabbia e dalla paura, e lui in compagnia del suo rimorso».

 

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