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“Settimo grado”, c’è Pasotti nel thriller di Massimo Cappelli

CINEMA - Il regista ascolano torna col suo sesto lungometraggio, il primo dalle atmosfere tese e violente. Sarà presentato in anteprima tra le cento torri il prossimo 20 agosto: «Una storia di sentimenti profondi, pulsioni e passioni radicate nell’animo umano. Otto personaggi e una villa persa nella campagna laziale che è essa stessa un personaggio, pronta incredibilmente a trasformarsi in qualcosa di diverso»
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di Luca Capponi 

 

Tra i vari appuntamenti del cartellone di “Cinema sotto le torri” (leggi qui), c’è anche l’interessante anteprima di “Settimo grado“, prevista per il prossimo 20 agosto al chiostro di Sant’Agostino. 

Pasotti e Cappelli

 

Interessante per una serie di motivi. Per il regista ascolano Massimo Cappelli, infatti, si tratta della prima incursione nel thriller dopo una serie di fortunate commedie («Anche se avevo già bazzicato il genere nei miei corti», puntualizza il cineasta), per un film che, finora, ha goduto di ottimi riscontri, tra gli altri, all’Ischia Global Film Festival e al Marateale di Maratea. Protagonisti assoluti della pellicola sono due top player come Giorgio Pasotti e Fabrizio Ferracane, per un cast completato da Sonya Mellah, Elena Lander, Michael Ounsa, Samir Arab, Simone Fumagalli e Mia Mcgovern Zaini.

 

«La storia investiga nella vita di un gruppo familiare che vive in una villa isolata da cui riemergono questioni irrisolte e alcuni misteri – spiega Cappelli, la cui ultima opera, “Prima di andare via”, è datata 2023  -. Pasotti è ricco padre di famiglia e Ferracane il capo di una banda di rapinatori che gli sconvolge il pranzo natalizio. Un vero e proprio terremoto, non solo metaforico. Durante la rapina infatti accade un imprevisto che costringe i rapinatori a restare dentro la casa. Da lì parte un gioco al massacro, una dinamica di scatole cinesi che sposterà gli equilibri da una parte all’altra, creando nuove e inaspettate alleanze nel gruppo. Otto personaggi e una villa persa nella campagna laziale che è essa stessa un personaggio, pronta incredibilmente anche lei alla fine del film a trasformarsi in qualcosa di diverso. Insomma preparatevi a una sequenza ininterrotta di colpi di scena che vi terrà incollati alle sedie fino all’ultima inquadratura».

Pasotti in una scena del film

 

«Qualsiasi regista, almeno una volta nella sua vita professionale, è tentato dall’idea di girare un film quasi interamente ambientato in una sola location – continua -. “Settimo grado” coniuga questa ambizione con una storia caratterizzata da sentimenti profondi, pulsioni e passioni radicate nell’animo umano, come il bisogno di una vita migliore. Nel mio film queste tematiche universali vengono affrontate attraverso una narrazione lineare e di facile comprensione, animata da personaggi capaci di esprimere le proprie passioni con movimenti semplici e facilmente riconoscibili. In questa occasione, è fondamentale per me il rispetto degli elementi caratteristici del thriller psicologico, messi però al servizio di una riflessione profonda, con l’ambizione di coniugare l’analisi psicologica dei personaggi all’intrattenimento più schietto e immediato».

 

«Il film è stato in gran parte ambientato in un casale isolato nelle campagne circostanti Roma, più esattamente a Fiano – conclude Cappelli – . Con i suoi borghi medievali, il castello, il paesaggio rurale puntellato di rustici e casali, la campagna romana offre la cornice ideale per valorizzare le atmosfere del film: violenza, tensioni, paure e dissapori sono calati in un ambiente apparentemente pacato e tranquillo. È dunque proprio il casale, arroccato su una collina, chiuso entro un perimetro dominato dai boschi, a conferire al racconto quel senso di inevitabilità che già emerge dalla sceneggiatura e a rappresentare con una chiara metafora il legame che avvince i protagonisti al proprio destino».

 

 

 


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