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In ricordo di Nazzareno Torquati, una vita di lotte per la giustizia e per San Benedetto

SCOMPARSO all'età di 71 anni, il suo spirito indomito ha segnato molte vicende cittadine degli ultimi 50 anni: dall'affondamento del Rodi e i movimenti degli anni '70 all'imprenditoria cooperativa, dalla Samb all'attività amministrativa all'ambientalismo. Il tutto, spesso, controcorrente
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Nazzareno Torquati

 

di Pier Paolo Flammini

 

Come ricordare la figura di Nazzareno Torquati, così importante per la storia sambenedettese (e non solo) dell’ultimo cinquantennio. Non è semplice per chi, come il sottoscritto, è stato legato con Nazzareno da un rapporto durevole di stima, consigli e qualche volta persino confidenze che si è protratto ininterrottamente negli ultimi 24 anni. Soltanto negli ultimi tempi lo avevo sentito meno, tranne qualche telefonata che si era fatta sempre più rara a causa dei suoi problemi di salute.

 

Inizio da un episodio che mi riguarda, perché forse utile a capire chi era Nazzareno. Sono stato e gli sarò sempre riconoscente perché ebbe fiducia in me, allora solo un giovane prossimo alla laurea, nei primi mesi del 2000. Può sembrare strano ma all’epoca, in assenza di notizie reperibili on line, non era semplice avere notizie sulla vita della propria città senza leggere i quotidiani, e questo era complicato per chi, come me, viveva ancora nel mondo universitario. Il mio professore di riferimento mi consigliò di rivolgermi all’assessore al Turismo della mia città per proporgli di approfondire il progetto della mia tesi, così riuscii a contattare Torquati di cui, all’epoca, ignoravo quasi tutto e col quale non avevo mai parlato.

 

Eppure Nazzareno mi ascoltò, capì subito il tema (lo sviluppo sostenibile, una città misurata da indicatori di sostenibilità), perché si era già informato su quei principi che avrebbero governato le politiche degli anni a venire, verso il quale era proiettato. Decise così, dopo appena mezz’ora di colloquio, di darmi fiducia e insieme arrivammo a realizzare alcuni progetti che proiettarono per qualche tempo San Benedetto, in quel campo, ai vertici della ricerca sulla qualità della vita e sulla partecipazione pubblica, sicuramente nelle Marche, ma anche tra i primi comuni italiani e anche europei.

 

Soltanto successivamente, tuttavia, quando con la maturità si capiscono certe diffidenze e difficoltà, compresi come la fiducia che mi accordò fosse una eccezione, e non la regola in quel “mondo degli adulti” in cui letteralmente mi affacciai grazie a Nazzareno. Racconto quell’episodio non in quanto ne fui protagonista, ma proprio perché aiuta a capire il carattere di Nazzareno: innovativo, fiducioso nei giovani, favorevole alle proposte di rottura dell’ordinario. In poche parole, rivoluzionario.

 

Successivamente ho avuto modo di parlare da cronista con Nazzareno in innumerevole occasioni, grazie ai suoi interventi frequenti, spesso polemici, sempre sul pezzo: sulle politiche della pesca, sua grande passione; sul turismo; sul commercio cittadino; sulla politica della città e italiana; sul tema della “Città Grande“. A mano a mano venni a sapere i dettagli del suo passato: le mobilitazioni degli anni Settanta, le lotte sindacali a favore della marineria, e poi la cooperazione imprenditoriale nel settore della lavorazione del pesce a partire dagli anni Ottanta, il tentativo di salvare la Samb dalla cancellazione negli anni Novanta, l’incarico da assessore nella giunta Perazzoli.

 

Nazzareno Torquati in un suo intervento a favore del Parco Marino del Piceno

E poi tutto quello che avvenne dopo la nostra conoscenza, le tante battaglie ambientaliste, le lotte per i diritti dei diversamente abili. Il tutto sempre con un timbro tipico da sambenedettese, con quell’aria un po’ triste un po’ rabbiosa di chi sottolineava, tra amici, di come quell’indole originaria abituata ad affrontare le tempeste senza tirarsi indietro si stesse ritraendo, annacquata nella città che da bambino aveva conosciuto come un indomito borgo marinaro: «Ma qualche volta quel sentimento torna su, non possiamo farci niente, è nel nostro sangue», mi confidava.

 

La sua figura è stata di ispirazione per il personaggio principale del libro “I giorni della rotonda” di Silvia Ballestra, un viaggio imperdibile nella vivace e combattiva San Benedetto tra gli anni ’70 e ’80, dalla rivolta successiva all’affondamento del Rodi, che vide il giovane Torquati tra i protagonisti delle rivendicazioni del proletariato marinaro – perché Nazzareno partiva sempre da quel punto di vista, quello dei marenare, non quello dei patrò – fino al riflusso degli anni ’80.

 

Ti ricorderemo, caro Nazzareno, come un uomo sempre in lotta, amante del confronto vivace, innamorato della sua città.

 

I funerali si svolgeranno mercoledì 21 agosto alle 10,30 nella chiesa di San Giuseppe, nel centro di San Benedetto.

 

 


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