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Bando per le case popolari: «Alloggi insufficienti a soddisfare le numerose richieste, emergenza abitativa sottovalutata»

SAN BENEDETTO - L'allarme di Angelo Lancianese, segretario provinciale  Sunia Cgil e di Paolo Filiaci, segretario Lega Spi Cgil di San Benedetto che scrivono al sindaco, al presidente Erap Marche e al presidente della Regione
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E’ emergenza abitativa a San Benedetto: lo affermano Angelo Lancianese, segretario provinciale  Sunia Cgil e Paolo Filiaci, segretario Lega Spi Cgil di San Benedetto che scrivono al sindaco, al presidente Erap Marche e al presidente della Regione

 

L’occasione è data dal bando per  l’assegnazione delle case popolari. Le domande scadono l’11 settembre (il 26 settembre per gli iscritti all’Aire – Anagrafe italiana residenti all’estero).

«Eppure sono già state inoltrate 500 richieste», fanno notare i sindacalisti.

 

«Da nostre informazioni – continuano Lancianese e Filiaci – attualmente, ci sono poco più di dieci alloggi assegnabili. La graduatoria rimarrà in vigore per due anni dalla data della sua pubblicazione e si può sperare al massimo nel completamento dei lavori all’ex Mattatoio comunale e presso Zona Santissima Annunziata, mentre sembra più complicato rendere disponibili nel breve periodo gli alloggi nella palazzina comunale denominata “Casa parcheggio”.

Appare quindi evidente che diverse centinaia di cittadini bisognosi non avranno, con questo bando, la possibilità di accedere ad un alloggio popolare con affitto calmierato in proporzione al reddito familiare, a fronte di poche decine di fortunati che invece avranno questa possibilità nei prossimi due anni.

Questo notevole fabbisogno di case popolari mette in evidenza che gli Enti competenti (Comune, Erap e Regione Marche) negli ultimi anni hanno sottovalutato questa emergenza abitativa, e che a San Benedetto del Tronto sarebbe stato necessario rendere assegnabili un numero di alloggi ben maggiore, visto che già da tempo i dati Istat, Agenzia delle Entrate e Caritas convergono nel segnalare un aumento considerevole delle famiglie in povertà o in gravi difficoltà economiche, che non possono permettersi né di contrarre un mutuo casa, né di ottenere abitazioni in affitto.

 

In particolare Paolo Filiaci mette in evidenza come i criteri per essere inseriti in una delle quattro graduatorie e il numero insufficiente di alloggi rispetto al fabbisogno, non soddisfano adeguatamente i tanti pensionati con pensioni minime: «E, considerato che nel Sud delle Marche le pensioni sono mediamente tra le più basse d’Italia, se gli anziani non potranno accedere agli affitti contenuti dell’edilizia popolare, dovranno rinunciare alle cure sanitarie che nella nostra regione sono sempre più a pagamento. Saranno inoltre costretti a vivere in povertà energetica, al caldo asfissiante d’estate e al freddo in inverno, e dovranno fare economia sulla spesa alimentare, che è invece importante per vivere in salute.

Infine, per tutti occorre avere un valore Isee non superiore a 13.699 euro. Limite aumentato a 16.438,80 euro per le famiglie mono personali».

 

Ed ancora: «Le difficoltà a compilare le domande con lo spid, carte abilitate cie, cns, da parte di coloro che non usano abitualmente tecnologie digitali – secondo Angelo Lancianese – è fra le maggiori criticità del bando, visto che questo è il sistema esclusivo e obbligatorio introdotto per la prima volta. Inoltre in questo periodo feriale, gli interessati a fare domanda hanno avuto maggiori difficoltà nel rivolgersi a soggetti o associazioni competenti per ottenere consigli ed ausili utili per inoltrare l’istanza al Comune al fine di ottenere gli alloggi popolari e per avere le abilitazioni necessarie».


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