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Elezioni provinciali: decisioni di pochi senza confronto né coinvolgimento 

FERMO/ASCOLI - Si vota il 29 settembre per il rinnovo del consiglio provinciale di Ascoli Piceno e Fermo. Restano in carica gli attuali presidenti (rispettivamente, Sergio Loggi e Michele Ortenzi) ma saranno rinnovati i 10 consiglieri di ciascuna provincia. E le “lottizzazioni” sono già pronte, senza confronti né coinvolgimento di gran parte degli elettori. Ecco il risultato della sciagurata riforma Delrio: un colpo mortale alla democrazia 
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Le sale dei Consigli provinciali di Fermo e di Ascoli Piceno

di Nunzia Eleuteri

Se ne è discusso già molto e anche inutilmente ma è impossibile non tornare a parlarne visto che siamo vicini ai rinnovi dei consigli provinciali.

La riforma Delrio del 2014, che aveva l’obiettivo di eliminare le province, ha di fatto solo eliminato il potere elettivo ai cittadini.

Gli enti sono rimasti, anche se con minori competenze e con minori fondi tanto da renderne quasi impossibile l’operatività e rischiando spesso il default. Gli elettori non sono però i cittadini ma solo i consiglieri comunali in carica e i sindaci.

Una riforma zoppa quella del 2014 partorita dal governo Renzi che vedeva nelle province il male assoluto della burocrazia: via le competenze, via il personale e via il suffragio universale. Questi i primi passi per poi arrivare all’eliminazione dell’ente attraverso la legge costituzionale bocciata però dal referendum. E così la riforma è rimasta davvero zoppa. Le province sono ancora lì ma i cittadini non possono eleggere i rappresentanti. Ci si poteva aspettare decisamente di più da chi all’epoca era il “re” dei democratici. In attesa di una eventuale legge costituzionale non era comunque necessario depredare i cittadini del potere di elezione. È come se, in attesa di una protesi di un arto si togliesse il bastone ad un infortunato…No, non era davvero il caso che si procedesse così, signori Renzi e Delrio.

Ma il passato non si può cambiare. Allora diamo uno sguardo al presente. Sono diversi i disegni di legge presentati al governo Meloni per il ripristino delle province: da Fratelli d’Italia fino al Pd sembra che tutti rimpiangano l’ente. Ma ancora nessuna decisione in merito. Nemmeno la Meloni, che sembra molto concreta e determinata, riesce a dare risposte su un tema così importante come quello della democrazia. Eh sì, torno a parlare di questo! Non sarebbe ora di ridare il potere ai cittadini di scegliere i loro rappresentanti in Provincia? In attesa di qualsiasi riforma più complessa che si volesse ideare sugli enti locali, sarebbe assolutamente il caso di restituire il potere al popolo.

Ma forse questo caos Delrio fa comodo anche all’attuale governo che a livello locale sta cercando di piazzare più bandierine possibili attraverso processi che di democratico hanno ben poco. Nelle nostre province di Ascoli e Fermo, ad esempio, si sente parlare in questi giorni, in prossimità della scadenza di presentazione delle liste, di vere e proprie lottizzazioni, spartizioni di posti in consigli provinciali decisi a monte e da pochissime persone: 3-2-2-2-1…

Sembrerebbe lo schema di un allenatore di calcio ma non è così. Sono i posti che i partiti di maggioranza si auto-attribuiscono attraverso accordi con pochi consiglieri comunali elettori.

Eh sì, con il voto ponderato previsto dalla legge bastano i consiglieri comunali più rappresentativi (quindi dei Comuni più grandi) per poter definire il quadro della situazione. E addio “Comunelli” vari. E addio minoranze. E addio democrazia e rappresentatività.

In tutto ciò, a rimarcare l’assurdità della riforma Delrio, va evidenziato come un Comune di oltre 15.000 abitanti resterà completamente fuori da tutto. Il commissariato Comune di Sant’Elpidio a Mare, infatti, non parteciperà in nessun modo alle elezioni provinciali (non avrà elettorato attivo né passivo). Più di 15.000 abitanti del Fermano saranno letteralmente dimenticati. Davvero una riforma democratica quella del governo Renzi…

Tornando agli schemi calcistici, ai 3-2-1-2- e via dicendo, che si sentono in questi giorni, ci sono tante cose che stridono.

Stride il silenzio di quella parte politica che resterà palesemente fuori dai giochi. Fare opposizione non significa più fare politica come un tempo? Stride l’ignoranza (intendo proprio la non conoscenza) di tantissimi consiglieri comunali che potrebbero comunque fare qualcosa ma non sanno cosa e come. Stride anche il comportamento di molti sindaci che non coinvolgono i propri consiglieri comunali nelle scelte.

Stridono appunto molte cose ma intanto i giochi sembrano fatti, i prossimi consiglieri provinciali di Ascoli e Fermo decisi da poche persone. Le province zoppe continuano a non poter curare degnamente le strade e le scuole perché non hanno fondi né personale, il Governo continua a nuotare comodamente sulla stagnante legge Delrio la cui acqua è diventata ripugnante, la democrazia continua ad essere sempre più un miraggio.

Tornare ad avere un ente di prossimità funzionante e il diritto di voto resterà un sogno?


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