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I lupi fanno strage di puledri e vitelli: «Non li alleviamo per farli sbranare, da aprile persi 27 animali»

DALLE MARCHE - Si moltiplicano le segnalazioni in particolare nei pascoli in quota sul massiccio del monte Bove: «Il Parco è informato ma non si muove nulla. Ogni volta che rientrano i capi bisogna ringraziare Dio. Ma quando come per me a non rientrare è il 20% della mandria, è un danno economico insostenibile»
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Dei cavalli in alta quota sui Sibillini

 

di Monia Orazi

 

È allarme sui pascoli in quota delle zone intorno al Monte Bove per i continui attacchi dei lupi. La denuncia viene da alcuni allevatori della zona. Un’azienda agricola ha subito negli ultimi mesi addirittura la perdita di ben 27 cavalli. Altri hanno subito 4-5 attacchi solo nell’ultimo mese. Si tratta dei pascoli di cavalli e mucche allo stato brado nelle valli di Panico, val di Bove e valle Orteccia. Nonostante la presenza di cani e recinzioni, i lupi attaccano e questo si traduce in danni sempre più ingenti per gli allevatori.

 

Dell’accaduto e dei numerosi attacchi è già stato informato da tempo il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ma sinora nulla si muove. La richiesta degli allevatori è di organizzare una riunione con la massima urgenza e di adottare provvedimenti straordinari che permettano di contenere la presenza dei predatori, per salvare la presenza degli animali sui pascoli. Non sempre gli animali vengono ritrovati morti, solo se si rinvengono i resti e le carcasse si ottiene il risarcimento previsto. Quando non si trova nessuna traccia dell’animale si presenta denuncia semplicemente alle forze dell’ordine senza ottenere alcun risarcimento.

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La ferita riportata da un animale attaccato da un lupo

 

Ecco come descrivono la situazione Stefano Riccioni e Michela Paris, allevatori di Ussita, la cui azienda ha subito 20mila euro di danni: «Non alleviamo gli  animali per farli mangiare dal lupo – dicono – da aprile abbiamo perso 27 puledri. Alleviamo anche mucche e pecore. Il parco prende dei soldi per la conservazione del lupo e deve trovare una soluzione. Noi facciamo questo lavoro per passione ma anche per vivere. Siamo passati dalla perdita di due, tre animali all’anno ad attacchi purtroppo sempre più frequenti. La situazione è ormai insostenibile. Nonostante le recinzioni e i cani da guardia sembra non esserci nulla che ferma questi animali. Non ce l’abbiamo con il lupo che è un animale molto intelligente e scaltro e giustamente cerca cibo di cui nutrirsi, ma non possiamo andare avanti dopo aver perso il 50% dei puledri che ci sono nati. Servono provvedimenti urgenti per contenere il numero dei lupi, cresciuti tantissimo negli ultimi anni».

 

Gli animali al pascolo si trovano a quote tra i 1.500 e i 2.000 metri sul massiccio del monte Bove, allevati allo stato brado per garantire la produzione biologica e il benessere animale. «Non sappiamo più cosa fare. I lupi non hanno più paura dell’uomo, non è colpa loro, ma questo problema va risolto per permetterci di guardare al futuro – continuano Paris e Riccioni – quando si subiscono troppi attacchi come nel nostro caso, oltre al notevole danno economico ci si demoralizza fortemente e ci si chiede se ha ancora senso continuare a fare questo mestiere. Il Parco è stato responsabile della reintroduzione di questa specie ed è responsabile anche dei danni che fa l’animale. In passato se ne vedevano pochi, adesso li vediamo in giro tutte le sere, anche non lontano dal centro abitato».

 

Fa loro eco l’allevatore ussitano Mario Troiani: «Tengo il mio bestiame al pascolo a Valle Orteccia con i cani da guardia, proprio ieri ha subito un attacco dai lupi, un puledro di soli cinque mesi è stato catturato ed ucciso – racconta Troiani – anche per i bovini al pascolo sul monte Cardosa, nonostante cani, cancellate e recinzioni anti-lupo che ci sono stati forniti grazie all’intervento della Regione, non bastano a proteggere la mandria dagli attacchi. Non se ne può più, sono andato a parlare diverse volte con i responsabili del Parco, quando gli animali scompaiono si fa denuncia di smarrimento senza ottenere un risarcimento, mi è stato detto che è un bollettino di guerra, ma ancora non si trova una soluzione. Soltanto facendo la guardia notte e giorno si potrebbero tenere lontano i lupi, ma non è fattibile. Abbiamo un puledro nato in stalla con tutti i criteri di sicurezza, trascorsa una settimana lo abbiamo portato in quota ed è stato subito attaccato. e poi è morto. Il Parco ascolta le nostre esigenze ma non sa come trovare una soluzione. Noi abbiamo perso cinque puledri. Non pagare il risarcimento del bestiame scomparso è una nota dolente. Ogni volta che rientrano i capi bisogna ringraziare Dio. Ma quando come per me a non rientrare è il 20% della mandria, è un danno economico insostenibile».

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Ha perso alcuni puledri nell’ultimo mese anche l’allevatore Giovanni Battista Aleotti che tiene i suoi animali, una mandria di circa 30 cavalli adulti più i puledri, sui pascoli in quota: «Dal 27 luglio fino ad oggi abbiamo perso quattro puledri, al momento sembrano non esserci soluzioni agli attacchi dei lupi: è un problema per gli animali che sono al pascolo in val di Panico. E’ molto complesso, per non dire impossibile, mettere a quota tra 1.500 e 2.000 metri le reti elettrificate, servirebbe una sorveglianza quotidiana giorno e notte ma nessuno di noi la può fare. Per le pecore è più facile costruire un riparo notturno, molto più difficile per mucche e cavalli. Gli animali sono a riparo da dicembre a giugno, poi d’estate si sale in quota per far mangiare loro l’erba dei pascoli evitando di dare fieno e foraggio come in inverno. Le cavalle di solito partoriscono a maggio al riparo in stalla o dentro le reti, molto spesso i puledri spariscono e ci resta solo la denuncia. In questo caso non otteniamo nessun risarcimento però per noi è una perdita economica notevole, perché i puledri li vendiamo».

 

Conclude Aleotti: «Una volta al giorno andiamo su a vedere gli animali. Troppo spesso contiamo morti e dispersi, è una soddisfazione per un allevatore vedere il proprio puledro ben apprezzato e poterlo vendere. Non allevo animali per vederli mangiare dai lupi. Fino a qualche anno fa si vedeva il lupo singolo che aveva paura delle persone, adesso avvistiamo sempre branchi di lupi. In quota ci sono rocce e sbalzi molto spesso i cavalli vengono inseguiti dai lupi e per la paura saltano. Tre cavalle sono saltate in un dirupo il 15 novembre di due anni fa. La cosa peggiore è che non sembra esserci una soluzione, i pascoli in quota sono molto difficili da gestire. Bisogna sperare che chi di dovere si metta una mano sulla coscienza, il lupo una volta era un animale in via di estinzione ma ora ce ne sono davvero tanti. Da dieci anni la loro presenza è cresciuta in modo esponenziale. Chiediamo un incontro urgente al Parco per trovare una soluzione a questo problema che rappresenta una forte minaccia per il nostro lavoro».

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Un puledro

 

Anche nella zona di Visso segnala problemi di attacco dei lupi l’allevatore Maurizio Sabbatini: «Abbiamo avuto anche noi tanti animali smarriti, sicuramente predati dai lupi, tra vitelli e puledri abbiamo subito una serie di attacchi alle nostre mandrie a monte Careschio di Macereto e monte Fema. Siamo esausti, anche questo problema come se non bastassero quelli di tutti i giorni. Non va bene che i danni non sempre vengono risarciti, si cercano sempre troppi cavilli per non risarcire. Ormai è quasi inutile anche presentare denuncia dei danni, per cui incidono l’età dell’animale, l’altitudine. Dobbiamo anche sostenere costi di smaltimento e costi per il recupero della carcassa. I sistemi di difesa adottati, le recinzioni e i cani da guardiania non sempre riescono a contenere gli attacchi, servono provvedimenti urgenti perché stiamo subendo grosse perdite».


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