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La vicenda ProMarche va al Tar, l’ad Oreste Aquilone: «Vogliamo collaborare con il Comune»

SAN BENEDETTO - La società cooperativa ha presentato ricorso contro la delibera di Consiglio con cui è stata bocciata la proposta di realizzazione dell'impianto frigorifero. L'amministratore delegato: «Senza ampliamento un centinaio di posti sarebbe a rischio»
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L’ad Oreste Aquilone, il presidente Rinaldo Di Lorenzo e la progettista Elena Di Sciascio

 

di Giuseppe Di Marco

 

La ProMarche ha presentato ricorso contro la delibera di Consiglio con cui è stata bocciata la proposta di realizzazione di un impianto frigorifero per ortaggi in Via Pomezia. Una svolta che ha richiesto la convocazione, in via urgente, del Consiglio stesso. A spiegare il passo compiuto dalla società cooperativa è l’amministratore delegato Oreste Aquilone.

 

«Questa realtà, attualmente, ha al suo interno 283 persone impiegate – spiega l’ad – Nel caso in cui l’ampliamento non dovesse avvenire un centinaio di posti potrebbe essere a rischio». L’istanza, depositata nel giugno 2023, avanza l’idea di edificare, su un terreno a nord dello stabilimento, un impianto di stoccaggio automatico a bassa temperatura, demolendo una superficie di 4.686 metri quadri e riutilizzandone una da 4.634, realizzando un volume di 344.458,84 metri cubi, al di sotto della soglia prevista dal Piano regolatore.

 

«La necessità della variante – ha spiegato l’architetto Elena Di Sciascioè dovuta solo all’altezza, dato che quando è stato fatto il Piano regolatore non c’erano impianti di tale elevazione». L’impianto infatti raggiungerebbe un’altezza massima di 28 metri, e nella zona la soglia massima è stata fissata a 11. L’elaborato ha ricevuto anche valutazione positiva da parte del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ed è stato finanziato da fondi Pnrr per 7.485.894 euro, su un investimento complessivo di 18.714.735 euro.

 

L’iniziativa, in Viale De Gasperi, ha conosciuto un iter piuttosto travagliato: «Presentammo un progetto preliminare già nel dicembre 2022 – continua Aquilone – Nel dicembre 2023 è stato firmato l’atto d’impegno a realizzarlo e contestualmente il Ministero si è impegnato a riconoscere il finanziamento Pnrr. In Consiglio la variante non è stata approvata, ma nella delibera non abbiamo riscontrato il motivo alla base di tale decisione. Voglio ricordare che avevo anche invitato i consiglieri allo stabilimento, affinché si rendessero conto personalmente di ciò di cui si parlava». La variante non è stata approvata anche se l’esito della conferenza dei servizi era stato positivo.

 

«In ogni caso – prosegue l’ad – con il Comune sto cercando di instaurare una collaborazione, il mio obiettivo è fare in modo che questo sito si sviluppi e rimanga qui per i prossimi decenni. Da oltre 40 anni siamo attivi nel settore degli ortaggi surgelati e siamo la prima realtà a livello regionale e terza a livello nazionale e certamente per piselli e spinaci surgelati siamo i primi operatori in Italia. Seguiamo con i nostri tecnici oltre 300 aziende nel campo agricolo lungo la fascia adriatica e commercializziamo i nostri prodotti attraverso le principali catene della grande distribuzione italiana. Con tanto lavoro siamo arrivati ad un fatturato di 52 milioni».

 

Al Tar, la ProMarche ha chiesto l’annullamento della delibera del 15 giugno, nella quale non è stata rinvenuta motivazione per la bocciatura della proposta.

 

 


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